Si è molto ironizzato sul titolo del libro di Enrico Rossi, governatore della Toscana e membro degli scissionisti: RIVOLUZIONE SOCIALISTA.
Si è parlato di operazione nostalgia perché la parola socialismo appartiene al passato. Ma dimenticare il passato, rottamarlo, è un’operazione sbagliata perché è come se un albero volesse liberarsi dalle radici. Dimenticare gli enormi meriti che il socialismo ha dato all’umanità in termini di diritti e di civiltà è fare un torto alle migliaia di donne e uomini che hanno pagato con il carcere, la tortura e la vita per farci questi doni.
Considerare la parola Rivoluzione come qualche cosa di improponibile è quanto meno imprudente.
La rivoluzione è, come dice la parola, un cambiamento radicale, un sovvertimento dell’esistente.
Ma el mundo es al reves, il mondo è al contrario. E forse qualche cambiamento, anche radicale, è urgente.
In Italia l’1% (L’UN PER CENTO!) della popolazione possiede il 25% (UN QUARTO!) della ricchezza nazionale.
Il 20% ne possiede il 70%.
Il 43% dei giovani, quasi la metà, è senza lavoro.
Senza un lavoro e senza un lavoro fisso, non puoi comprare una casa, mettere su famiglia, avere dei figli, costruire il futuro, preparare una pensione dignitosa.
I contratti a tempo indeterminato, dopo la riduzione dei generosissimi contributi dati agli imprenditori con i nostri soldi, sono passati da 930.000 a soli 84.000.
I voucher la fanno da padroni: quasi 9 milioni in un anno.
Lavoro a ore. Che spesso vuol dire vera e propria schiavitù.
Come abbiamo potuto vedere con PAOLA CLEMENTE, la bracciante agricola MORTA DI FATICA per un salario di 3-4 euro l’ora.Quello che è allucinante è che questo caso, punta di un enorme iceberg di un diffuso sfruttamento senza regole, è venuto alla luce grazie a un’inchiesta del giornale L’Espresso e non della polizia, dei carabinieri, della magistratura, della Camera di Commercio, ecc.
C’è un mondo di schiavitù che avanza e tutti sono voltati dall’altra parte. Solo ora che la CGIL ha raccolto tre milioni e mezzo di firme contro i voucher, qualcuno, dopo avere cercato di ostacolare il referendum (e non è finita!), finge di essere indignato.
Quanto si può sopportare di vivere sfruttati in modo disumano, senza lavoro, senza futuro, senza dignità?
Forse la parola rivoluzione è obsoleta ma il malcontento cresce. Se la sinistra non recupera valori e passione per difendere i più deboli, la rabbia può avere sbocchi imprevedibili per chi pensa che la politica sia solo un mestiere per sistemarsi.
Si è parlato di operazione nostalgia perché la parola socialismo appartiene al passato. Ma dimenticare il passato, rottamarlo, è un’operazione sbagliata perché è come se un albero volesse liberarsi dalle radici. Dimenticare gli enormi meriti che il socialismo ha dato all’umanità in termini di diritti e di civiltà è fare un torto alle migliaia di donne e uomini che hanno pagato con il carcere, la tortura e la vita per farci questi doni.
Considerare la parola Rivoluzione come qualche cosa di improponibile è quanto meno imprudente.
La rivoluzione è, come dice la parola, un cambiamento radicale, un sovvertimento dell’esistente.
Ma el mundo es al reves, il mondo è al contrario. E forse qualche cambiamento, anche radicale, è urgente.
In Italia l’1% (L’UN PER CENTO!) della popolazione possiede il 25% (UN QUARTO!) della ricchezza nazionale.
Il 20% ne possiede il 70%.
Il 43% dei giovani, quasi la metà, è senza lavoro.
Senza un lavoro e senza un lavoro fisso, non puoi comprare una casa, mettere su famiglia, avere dei figli, costruire il futuro, preparare una pensione dignitosa.
I contratti a tempo indeterminato, dopo la riduzione dei generosissimi contributi dati agli imprenditori con i nostri soldi, sono passati da 930.000 a soli 84.000.
I voucher la fanno da padroni: quasi 9 milioni in un anno.
Lavoro a ore. Che spesso vuol dire vera e propria schiavitù.
Come abbiamo potuto vedere con PAOLA CLEMENTE, la bracciante agricola MORTA DI FATICA per un salario di 3-4 euro l’ora.Quello che è allucinante è che questo caso, punta di un enorme iceberg di un diffuso sfruttamento senza regole, è venuto alla luce grazie a un’inchiesta del giornale L’Espresso e non della polizia, dei carabinieri, della magistratura, della Camera di Commercio, ecc.
C’è un mondo di schiavitù che avanza e tutti sono voltati dall’altra parte. Solo ora che la CGIL ha raccolto tre milioni e mezzo di firme contro i voucher, qualcuno, dopo avere cercato di ostacolare il referendum (e non è finita!), finge di essere indignato.
Quanto si può sopportare di vivere sfruttati in modo disumano, senza lavoro, senza futuro, senza dignità?
Forse la parola rivoluzione è obsoleta ma il malcontento cresce. Se la sinistra non recupera valori e passione per difendere i più deboli, la rabbia può avere sbocchi imprevedibili per chi pensa che la politica sia solo un mestiere per sistemarsi.
