“Licenziata e umiliata per aver voluto regalare un monopattino a mio figlio”

Lo sfogo della donna che ha perso il lavoro all’azienda rifiuti: “Non ho rubato niente”

di CARLOTTA ROCCI

29 settembre 2017

La Repubblica

“Lisa”, licenziata per aver sottratto dai rifiuti della sua azienda un monopattino .

“Sono passati tre mesi e mio figlio piccolo continua a chiedermi scusa come se fosse colpa sua se mi hanno licenziato. E’ una vergogna”. Aicha Elisabethe Ounnadi, 40 anni, per tutti Lisa, parla dalla pagina del suo profilo Facebook dove, da qualche giorno sta sfogando tutta la sua rabbia. Il 30 giugno scorso è stata licenziata per aver cercato di portare via da un capannone della Cidiu, la ditta di smaltimento rifiuti della zona ovest della provincia di Torino, dove lavorava da 11 anni, un vecchio monopattino destinato alla raccolta differenziata. L’azienda ha bollato quel comportamento come “appropriazione indebita”, giustificando un licenziamento in tronco per giusta causa. “Ma io non ho rubato niente. Voglio che la verità venga a galla – continua Aicha o meglio Lisa, come la hiamano amici e colleghi – Io volevo solo fare un regalo a mio figlio che ha 8 anni e desidera tanto un monopattino. Il licenziamento è un provvedimento eccessivo. Sono stata licenziata e umiliata”.
E’ difficile immaginare che un monopattino vecchio e un po’ rotto possa costituire motivo di licenziamento. Di certo non ci ha pensato Lisa che ha altri due figli a cui badare e vive al  quarto piano di una casa popolare alla periferia di Torino. “Ora non ci dormo la notte. Sto davvero malissimo perché sono stata loro dipendente per 11 anni e con questo lavoro mantengo tutta la famiglia”.

La donna si è rivolta agli avvocati Paola Bencich e Mara Artioli che impugneranno il suo licenziamento. La situazione, però, è anche più grave perché l’azienda ha presentato un esposto in procura e l’indagine sul conto di Aicha rischia di essere penale. “Il monopattino mi è stato dato da un’amica, una collega che mi ha detto di portarlo al mio bambino. Io l’ho appoggiato nello spogliatoio prima di caricarlo in macchina”. Erano le 6 di un mattino di fine maggio, e quando Aicha è tornata in sede, a Collegno, a fine turno ha trovato il suo monopattino sotto una bacheca con un biglietto attaccato che diceva: “Non si fa. La prossima volta potresti essere beccato”. Ma Aicha dice di non averlo nemmeno letto, ha caricato il monopattino in macchina e, come pronosticato dall’autore del biglietto, è stata “beccata.
“Ci sono delle regole che vanno rispettate. E’ stato un gesto di insubordinazione. La dipendente è stata licenziata dopo che i fatti  sono stati valutati e approfonditi. Ora la vicenda sarà oggetto di valutazione anche dell’autorità giudiziaria”, dice l’amministratore unico dell’azienda, Riccardo Civera.

 

  Commento di Gianni ZANIRATO

  Questa “piccola” ingiustizia sembra una notizia troppo insignificante perché sia pubblicata sui giornali e magari perderci tempo per commentarla. Non so se Lisa sia sposata, convivente o altro. Alcuni elementi, però, sono chiarissimi: è straniera, vive in una casa popolare ed ha un figlio piccolo da accudire e crescere. E’una donna che tutti i mesi deve faticosamente “far quadrare” il suo bilancio familiare.

Il figlio ha le avrà più volte chiesto d’avere un monopattino ma lei non ha potuto regalarglielo. Finalmente capita l’occasione: un monopattino scalcagnato da regalare al figlio (meglio di niente per chi non può permetterselo), una bella pulitina, un po’ di disinfettante ed eccolo qua un monopattino quasi nuovo e un bambino sorridente.

Carissimo, amministratore unico Civera, ma si sente la coscienza a posto dopo aver licenziato Lisa? Certo, le regole! Utilizziamo pure i paroloni: “insubordinazione” (ma siamo impazziti? Ha abbandonato il fucile ed è fuggita di fronte al nemico?), “valutazione anche dall’autorità giudiziaria” (ma amministratore, Lisa non ha ucciso mica qualcuno!).

Dott, Civera, Lei sa che ci sono personaggi importantissimi che hanno rubato milioni a noi cittadini e non hanno restituito il maltolto? Lo sa che ci sono politici e gente ricca che riescono a tirare avanti per anni processi per furto verso il pubblico denaro e poi vengono assolti attraverso cavilli burocratici?

Penso, che le vere colpe di Lisa siano: essere povera, essere straniera ed essere donna.

Sicuramente, dott. Civera, io sono un cittadino meno ligio al dovere rispetto a Lei, infatti, se vedessi un affamato rubare una mela non lo denuncerei di certo. Lei sì. La Sua pignoleria ha creato una madre disperata per aver perso il lavoro e un bambino che piangente, non per non avere il monopattino, ma perché si sente in colpa per la madre  licenziata e disperata.

Dio ci liberi dai burocrati senza cuore!

Mi permette una citazione da don Milani?  Si riferisce ad una professoressa ligia ai regolanti come Lei:

«Avete un aspetto così rispettabile. Non avete nulla di criminale. Forse qualcosa di criminale nazista. Cittadino onestissimo e obbediente che registra le casse di sapone. Si farebbe scrupolo a sbagliare una cifra (quattro, quattro meno), ma non domanda se è sapone fatto con carne d’uomo».

5 comments Add yours
  1. Più volte abbiamo visto aumentare le nostre fatture per l’alto costo dello smaltimento dei rifiuti (di smaltimento stiamo parlando ?).
    Più volte abbiamo letto su internet e vari quotidiani l’incidenza ambientale negativa che questi rifiuti e il suo smaltimento provocano al pianeta.
    Sono assolutamente d’accordo nel rispetto delle regole e altrettanto sul rispetto dell’ambiente, ma che “razza di regole sono queste ?” che vietano il riutilizzo di un monopattino che verrà inevitabilmente smaltito con gli alti costi che ne derivano, quando in realtà potrebbe essere risparmiato e addirittura venduto dalla società preposta ad un euro simbolico a chi ne ha bisogno, discorso questo che potrebbe valere per altri oggetti analogamente innocui e riutilizzabili. Questi oggetti avrebbero un valore minimo ma positivo, e non negativo come nel caso dello smaltimento, per cui il presunto reato di furto avrebbe una logica di esistere qualora non venisse pagata la somma simbolica.
    Recentemente la Svezia per risolvere i problemi dell’ambiente ha lanciato la seguente proposta: “Chi ripara e ricicla pagherà meno tasse”.
    Ecco l’articolo:
    http://www.repubblica.it/ambiente/2016/09/29/news/la_proposta_green_della_svezia_chi_ripara_e_ricicla_paghera_meno_tasse-148711127/

    1. Concordo con te con tutto ciò che scrivi. Sarebbe meraviglioso un negozio che vende tutte le cose da rottamare ad un prezzo simbolico. Si riempirebbero di meno le discariche e gli inceneritori. Intanto per Lisa sono intervenuti in tanti ed è stata fatta anche una raccolta di firme. Il sindacato si è mosso…
      Speriamo si concluda bene la storia di Lisa e venga riassunta: i figli che deve mantenere sono due non uno come ho scritto.
      Gianni

        1. Grazie per il suo intervento, signora Aicha, mi ha fatto commuovere. Mi fa piacere che lei abbia scritto al nostro piccolo giornale e che lei abbia potuto vedere quante persone abbiano convissuto il suo dramma. Quante persone siano dalla sua parte. Mi farebbe piacere che lei ci aggiornasse sul suo caso. È stata riassunta? Un abbraccio di solidarietà da parte mia e dalla direzione del giornale. Gianni Zanirato.

          1. ringrazio di cuore e ringraziano anche i miei figli per tutte le persone siete in tantissimi grazie davvero per la solidarieta che avete avuto e che ancora ci date la sentenza arrivera a giorni questi di settembre 2018 crediamo in Voi tutti e ancora in una GIUSTIZIA . Vorrei solo ritornare a lavorare .grazie di CUORE A TUTTI VOI.

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