BOMBE ANTIUOMO (O MEGLIO ANTIBAMBINO) LA STRAGE CONTINUA

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rinviato alle Camere la legge sulle mine antiuomo. Il testo va modificato. Eppure è stato votato da tutti i gruppi parlamentari all’unanimità. Che cosa ha trovato Mattarella che non va? Una cosa semplicissima: l’esclusione della sanzione penale per determinati soggetti che rivestono ruoli apicali e di controllo (per esempio i vertici degli istituti bancari, delle società d’intermediazione finanziaria e degli altri intermediari abilitati). Tradotto in italiano: i banchieri che finanziassero la costruzione di ordigni bellici vietati (esempio le bombe anti- bambino) non pagano penalmente, se sono finanziatori non banchieri pagano. E’ il caso ci siano queste “viste” sempre quando si parla di banchieri? Stavolta non occorre girarsi verso Renzi: la legge è stata votata anche dai grillini, destre, centro e sinistra.

 Mine antiuomo: uccidono oltre 6400 persone l’anno. Il trattato di Ottawa, per il bando delle mine antipersona entra in vigore nel 1999 e l’80% dei paesi del mondo lo sottoscrivono, eppure le mine deturpano, rendono ciechi, sordi, storpi, mutilati migliaia di persone che vivono in paesi in guerra o a guerra terminata. Nel 2015 si calcola siano rimaste ferite o uccise 18 persone al giorno per un totale di 6460 vittime. Sebbene l’uso delle mine sia limitato, sono utilizzate soprattutto in Myanmar/Burma, Libia, Siria, Afganistan.

    Nel periodo 2010-2014 i civili hanno rappresentato il 92% delle vittime per opera di queste armi ed il 50% sono bambini.

Perché i bambini?

  I bambini sono particolarmente esposti al rischio di essere feriti o uccisi dalle mine o da altri residuati bellici perché queste armi, piccole, colorate e di forma strana (sembrano pappagalli verdi) vengono spesso scambiate dai piccoli per giocattoli. In Somalia, ad esempio, come ha rilevato un’indagine del 2003 sull’impatto delle mine, il 55% delle vittime degli ordigni è costituito da bambini. 
I bambini rifugiati e sfollati che ritornano a casa dopo una guerra sono ancora più a rischio, perché ignari dei pericoli ai quali vanno incontro giocando lungo aree e sentieri pericolosi. Spesso si ritrovano privi di arti, della vista, dell’udito e con ferite alle zone genitali a causa dell’esplosione delle mine.

Essendo fisicamente più piccoli degli adulti, i bambini corrono maggiori rischi di restare uccisi dalle mine. Nei casi in cui è possibile un trattamento medico, il costo può essere proibitivo per le famiglie povere, specialmente perché i bambini richiedono maggiori cure degli adulti. Durante la crescita, inoltre, devono essere adattate loro continuamente nuove protesi, e un bambino sopravvissuto a una mina potrebbe essere costretto a subire numerose amputazioni. 

  Quando pensiamo al “made in Italy”, immaginiamo la moda, la gastronomia, le auto da corsa, il turismo… Ci dimentichiamo sempre di citare una produzione di altissimo livello: la costruzione di armi (ad esempio, Beretta, Breda). Siamo il sesto paese maggior esportatore di armi al mondo! Ci va meglio solo con il vino.

  Un settore certamente molto redditizio. Non sono mancate ovviamente le aziende di produzione di bombe anti- bambino come la Valsella di Brescia (con capitale anche FIAT).

 Siamo informati che l’azienda che costruisce più armi in Italia è la Finmeccanica? Sappiamo a chi appartiene quest’azienda? Per il 35% al governo italiano. Essendo io un cittadino italiano significa che sono socio di un’azienda che produce armi? No, grazie. Preferisco che i miei soldi versati al fisco servano a ben altro.

di Gianni ZANIRATO

Consiglio la lettura del libro di Gino Strada: “Pappagalli verdi”.

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