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A volte ritornano.
Ha fatto molto discutere l’elezione all’Assemblea Regionale Siciliana del giovanissimo Luigi Genovese (21 anni, studente di giurisprudenza) nelle liste di Forza Italia. In effetti è difficile che abbia alle spalle una così lunga militanza politica da raccogliere un numero di voti adeguato per essere eletto all’ARS. E di voti il giovane Luigi ne ha avuti davvero tanti: 17.359, tanti da essere fondamentali per la vittoria di Musumeci. |
Combinazione! Lo zio di Luigi, Franco Rinaldi, aveva preso anche lui quasi 18.000 voti. Era stato eletto all’ARS nelle liste del PD e poi era andato in Forza Italia. Ultravotato era stato anche il papà Francantonio Genovese, alla Camera dei deputati.
“La mia famiglia mi ha aiutato ” ammette il giovane Luigi. “Abbiamo fatto del bene a Messina e la città lo ha riconosciuto.”
E qui però cominciano i problemi. Con la famiglia, appunto.
Il papà, Francantonio Genovese, primo segretario regionale del PD poi passato a Forza Italia dopo che il suo partito aveva votato a favore dell’autorizzazione a procedere, è stato condannato in primo grado a 11 anni di carcere per i cosiddetti corsi d’oro della formazione professionale con una serie di reati che vanno dalla truffa al riciclaggio. Chiara, moglie di Genovese, ha avuto 3 anni e 3 mesi; Elena, moglie di Rinaldi, 6 anni e 3 mesi; Franco Rinaldi 2 anni e 6 mesi. Gli indagati, grazie a prestazioni simulate, affitti gonfiati, al noleggio delle attrezzature e alla pulizia dei locali in cui venivano tenuti i corsi, avrebbero ottenuto finanziamenti extra approvati dalla Regione che erogava propri fondi insieme a quelli statali ed europei. I costi sarebbero stati gonfiati fino al 600%. Genovese, che è stato anche sindaco di Messina, sarebbe stato a capo di questo sistema. Gli enti che facevano capo a Genovese e che venivano gestiti da alcuni suoi uomini fidati si sarebbero accaparrati decine di milioni di euro di finanziamenti.
Chiariamoci: Luigi Genovese è sicuramente un bravo ragazzo e probabilmente farà bene a Palazzo D’Orleans. Il papà, la mamma, la zia, lo zio sono stati condannati solo in primo grado e potrebbero essere assolti negli altri gradi di giudizio, o potrebbero godere in futuro della prescrizione (è andata così per tanti processi a Berlusconi).
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Ci sono però diversi spunti di riflessione: la ricerca dei partiti (compreso il PD) di persone con grossi pacchetti di voto e la tendenza a voltare gabbana.
La cosa che preoccupa di più però sono questi 18.000 voti che si spostano a piacimento. Magari è solo una coincidenza. Però viene spontaneo ricordare le parole di Zagrebelsky: |
“L’astensionismo non è solo quantità ma anche qualità. Favorisce la corruzione di quel che resta della politica, poiché inaridisce il voto di opinione, mentre gli scambisti di voti e favori non si astengono di certo. Dunque cresce l’incidenza percentuale del consenso ottenuto con metodi collusivi.”
di Angelino RIGGIO