Con il 68% dei voti favorevoli l’aborto vince nell’ultimo avamposto di cattolicesimo estremista in Europa.
In Italia questo era successo negli anni ’70. Quel decennio formidabile, sulla spinta innovatrice del ’68, ha visto la legge di Riforma Sanitaria, lo Statuto dei lavoratori, la legge Visentini che attuava il dettato costituzionale della progressività sulle tasse e, appunto, la legge sull’aborto.
Con questa legge non si eliminavano solo le speculazioni dei medici abortisti e le manovre delle mammane (che provocavano emorragie gravissime, infezioni e morti), la piaga (frequentissima in passato) dell’infanticidio, la umiliazione dei bambini abbandonati sulla porta delle chiese (i cosiddetti “esposti” da cui deriva il cognome così frequente di Esposito). Quello che si affermava era soprattutto il concetto che ogni donna e il suo destino appartiene a sé stessa.
Un concetto che non accetta di capire chi commette i femminicidi o chi, in molte parti del mondo pratica l’infibulazione, i matrimoni combinati, le spose-bambine l’imposizione del velo, la proibizione di guidare o perfino quello di studiare (come per Malala).
Questo modo di pensare ha la stessa base del razzismo e ha prodotto, e produce, ingiustizie infami e lo sfruttamento più schifoso.
Per la vicenda sull’aborto in Irlanda suggerisco di vedere il bellissimo film “Le Magdalene” di Peter Mullan.
Sullo sfruttamento delle “peccatrici” vi invito a guardare questo video.
https://www.youtube.com/watch?v=MR0-OTn-HP8
di Angelino RIGGIO