Prima di tutto gli Uomini, il presidente dell’Aifa: “Il mio governo ha negato le cure ai disperati della Diciotti, mi dimetto”

Le numerose reazioni suscitate dalle clamorose dimissioni di Stefano Vella, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, organismo tecnico-scientifico del Ministero della Salute, stanno facendo il giro del mondo.

di Paolo Salvatore Orrù  da “Tiscali” 27/08/2018

C’è ancora chi crede nella sua professione, gliene vada merito, soprattutto se con un atto di coraggio si ribella ai poteri forti e ai radical chic del nostro governo. Le numerose reazioni suscitate dalle clamorose dimissioni di Stefano Vella, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, organismo tecnico-scientifico del Ministero della Salute, stanno facendo il giro del mondo. Eppure il medico ha fatto una cosa che qualsiasi collega dovrebbe fare: non ha pensato “prima gli italiani”, la sua coscienza gli ha suggerito che prima di tutto c’è l’Uomo. Motivando la scelta Vella ha spiegato: “Non mi è possibile tollerare come medico, di presiedere un ente di salute pubblica in questo momento in cui persone vengono trattate in questo modo sul nostro territorio, dove esiste un sistema universalistico di garanzia della salute”.

Gli ultimi accadimenti, a partire dalla nave Aquarius fino al pattugliatore Diciotti, per giorni bloccato nel porto di Catania con uomini e donne ai quali è stata negata “la possibilità di ricevere cure che sono indispensabili, e che vivono in una intollerabile condizione igienica e sanitaria, anche in base a numerose e autorevoli testimonianze, compresa quella del Procuratore della Repubblica di Agrigento, espongono il nostro Paese a severe critiche internazionali sul piano umanitario e mettono in dubbio la civiltà di cui siamo portatori”, ha scritto Vella nella sua lettera di dimissioni. “Questa sequenza di fatti rende deontologicamente incompatibile la mia permanenza ai vertici di una Istituzione che si occupa di salute, inclusa quella delle persone più fragili e marginalizzate. Non è mia intenzione, ovviamente, in questa sede, entrare nelle scelte politiche di un Governo legittimamente eletto dai cittadini del nostro Paese. Un Governo che, tuttavia, nel portare avanti il condivisibile principio di un’equa accoglienza dei migranti tra tutti gli Stati dell’Ue, mette di fatto a repentaglio la vita di persone che hanno avuto la sventura di nascere in Paesi economicamente”.

 

Sistemi Sanitari Universalistici

Vella ricorda che l’Italia è un Paese che vanta uno dei pochi Sistemi Sanitari Universalistici al mondo, e che supporta l’Organizzazione Mondiale della Sanità nella battaglia per l’accesso universale alla salute. “Intendo aggiungere la mia voce – conclude – per tenere alto, anche a livello internazionale, l’impegno italiano nel proteggere e aver cura della salute di tutti coloro che vivono o passano sul nostro territorio”. Sulla vicenda è intervenuto con durezza il Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva: “Quella di Vella è una scelta che comprendiamo e rispettiamo perchè è coerente con la sua storia, con i principi che ispirano la professione medica e con il concetto di tutela della salute sancito dalla Costituzione e dalla Legge istitutiva del Ssn”, ha dichiarato il coordinatore nazionale Tonino Aceti: “L’articolo 32 della Costituzione prevede il fondamentale diritto alla tutela della salute dell’individuo. A maggior ragione questo è il concetto di diritto alla salute che ogni ministro della repubblica italiana deve garantire. Un diritto che il nostro Movimento tutela da 40 anni e che vuole continuare a salvaguardare oggi e in futuro”.

Una ribellione ai poteri forti

Una ribellione ai poteri forti che si stanno avvelenando il nostro Paese inusitata, coraggiosa, chiara, netta, democratica. La Federazione degli Ordini dei medici, pur non facendo riferimento diretto al caso, ha ringraziato in una nota i camici bianchi in prima linea e ha espresso “sostegno a tutti i medici che si indignano per le discriminazioni e si battono per i diritti fondamentali dell’uomo”. Dal canto suo l’ex ministro della Sanità Livia Turco ha espresso solidarietà a Vella che si è dimesso “in segno di dissenso e protesta nei confronti della dissennata politica del governo verso gli immigrati, disumana fino al punto di calpestare il bene fondamentale che è quello della salute”.  I medici, insomma, aldilà delle loro convinzioni religiose o politiche stanno dalla parte dei malati, degli oppressi, di chi qualcuno vorrebbe rinchiudere in un campo di concentramento. Di chi gioca con loro vite, con il loro futuro solo per guadagnare una manciata di voti (le elezioni Europee sono quasi alle porte).

E ha aggiunto la Turco: “Di fronte allo squallore disumano di questi giorni, la scelta da parte di un medico che ha dedicato la sua vita alla promozione della sanità pubblica, alla lotta contro le diseguaglianze nella salute ed alla tutela della salute dei migranti sia in Italia che nei loro paesi di provenienza, di lasciare un importante incarico come la Presidenza dell’Aifa è un esempio impegnativo ed importante”. Molti ma di diverso segno i commenti alle dimissioni anche sui social: chi sottolinea che ad andare via è una persona per bene e che a lasciare dovrebbero essere altri, e chi invece lancia l’accusa di boicottaggio al governo. Il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco ha presentato le dimissioni al ministro della salute Grillo e alla conferenza delle Regioni. Da WhatsApp: “Finalmente qualcuno che alza la testa”. Repubblica ha chiesto a Vella: La ministra Grillo l’ha sentita? “Per ora no. Mi ha chiamato il capo di gabinetto anche a nome suo e mi ha chiesto se le dimissioni erano irrevocabili. Certo. Solo in Italia esiste l’usanza di ritirare le dimissioni”.  Chiamerà la Grillo? Vella sembra fregarsene. La dignità prima di tutto.

27 agosto 2018

COMMENTO

Ringrazio il dott. Stefano Vella per averci dimostrato con l’azione di non aver pensato “prima gli italiani” ma “prima di tutto l’Uomo”.

Stefano Vella è un medico e scienziato italiano. Fu inserito dalla prestigiosa rivista Science tra i dieci ricercatori più importanti al mondo per qualità delle pubblicazioni sull’argomento AIDS/HIV, unico italiano presente e figurando al terzo posto.

Stefano Vella è anche coordinatore del progetto internazionale ‘Neat’ per la ricerca in Europa sulle terapie anti-Aids, finanziato dalla Commissione europea con 14 milioni di euro fino al 2011 ed al quale partecipano 18 paesi, è inoltre membro del Fondo globale per la lotta all’Aids, la tubercolosi e la malaria.

Il diritto alla cura è un diritto umano universale e, come tale, deve essere riconosciuto ad ogni individuo. La sua realizzazione non può dipendere dal luogo di nascita, dalle condizioni sociali o dall’appartenenza politica. Perché le cure siano veramente accessibili a tutti, devono essere completamente gratuite; perché siano efficaci, devono essere di alta qualità.

 Gino Strada (ad esempio) che vive e conosce ogni giorno sul tavolo operatorio le storie delle vittime della guerra e della povertà, pensa che esista solo un modo di fare medicina, creando pari opportunità per tutti nel rispetto della dignità e dei diritti dell’uomo…

 Onorevole Salvini, se trova un po’ di tempo tra una frase razzista ed una contro i poveri immigrati, parli qualche minuto anche con Stefano Vella, Gino Strada e papa Francesco. Credo possano metterle qualche dubbio rispetto il veleno che lei sputa tutti i giorni.

di Gianni  ZANIRATO

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