Il 30 gennaio presso la “Sala Mattei “ del Comune di Nichelino, Piazza Di Vittorio, è stato ricordato il “Giorno della Memoria”.
L’iniziativa è stata organizzata dal “Circolo della Poesia” dell’Associazione Culturale “Amici del Cammello” e la sala è stata gremita di partecipanti molto interessati alla tematica.
L’iniziativa è stata coordinata dalla bravissima e preparata Naomi Favale che ci ha raccontato la sua esperienza di visitatrice del campo di sterminio di Auschwitz.
La serata è iniziata con la lettura intensa da parte di una voce fuori campo che ha recitato:
C’è un paio di scarpette Rosse di Joyce Lussu.
Franco Nervo ha poi cantato e suonate canzoni di pace coinvolgendo emotivamente i presenti.
Gianni Zanirato ha accompagnato da diapositive, parlato della Shoah, ma non solo. Ha voluto raccontarci anche altri massacri che il mondo ha subito nel corso dei secoli.
Ha condannato, senza giustificazioni, tutti i genocidi di ogni tempo: dalle guerre mondiali ai massacri degli indios nelle Americhe e gli aborigeni australiani.
Ci ha ricordato: i “gulag” staliniani, i massacri cattolici verso gli “eretici” e la Santa Inquisizione colpevole di torture pari a quelle dei campi di sterminio nazisti. Ha parlato dei crimini del “comunista” Pol Pot.
Il relatore si è soffermato sul colonialismo italiano in Africa raccontando i metodi criminali con i quali il nostro paese ha conquistato e mantenuto il dominio in Libia, in Eritrea e in Somalia. La “ pace” è stata ottenuta attraverso massacri, torture, stupri e morti. Si parla di oltre 500 mila africani trucidati dal nostro paese compreso l’utilizzo dei gas su donne e bambini, arma bandita dalla Società delle Nazioni alla quale l’Italia aderiva.
Zanirato ha terminato la sua lezione raccontandoci la storia di un bambino immaginario, Abdul, che nasce nella Somalia sei anni fa, dei suoi antenati che hanno combattuto eroicamente contro gli invasori italiani. Dopo la Seconda guerra mondiale la gente di questa povera terra è vittima di numerose guerre che la impoveriscono ancora di più. Le armi per combattere queste guerre sono spesso costruite in Italia. Il fratello di Abdul sarà costretto, pur avendo solo sedici anni, a diventare “bambino soldato” e sarà ucciso, mentre impugna un fucile italiano, da una bomba, made in Italy, scagliato da un bambino soldato “nemico”. Arrivano le compagnie petrolifere ma la ricchezza non toccherà i poveri. Il riscaldamento globale porta sempre più la desertificazione e la famiglia di Abdul DEVE fuggire vendendo tutto ciò che possiede. Il viaggio durerà quasi due anni con infinite sofferenze. Finalmente la famiglia arriva in un campo d’accoglienza libico. Un vero lager. La sorella è stuprata dai guardiani.
Finalmente parte il barcone diretto in Italia: affonderà.
La serata è terminata con la lettura da parte dei nostri poeti che hanno scritto emozionanti poesie.
La redazione di Piazza Di Vittorio
Venerdì 22 febbraio – ore 20.45 Municipio di Nichelino Sala Mattei (2° piano) – Piazza Di Vittorio 1
Chiara Saraceno “Uguaglianza di genere”