Il governo, secondo le indicazioni degli scienziati, lavora per isolare i focolai di contagio da coronavirus che restano due: uno in Lombardia, nella zona di Codogno, e uno in Veneto, nella zona intorno a Vo’. Parallelamente lavora alla vigilanza e a garantire che il Paese non si fermi perché i danni economici, anche in vite umane, sarebbero enormi.
Occorre, in una parola, responsabilità. Di tutti: dei singoli cittadini, che devono rispettare le dieci indicazioni raccomandate dai virologi, e delle istituzioni che devono garantire equilibrio tra disattenzione incosciente e isteria.
Un esempio di pericolosa isteria è quello della ordinanza per la chiusura delle scuole nella Regione Marche.
Che senso ha?
Ancona dista dal più importante focolaio, quello di Codogno, 388 Km. È la stessa distanza che c’è con Lione, con Zagabria, con Lubiana, con numerose città svizzere e austriache.
Allora hanno ragione quelli che considerano l’Italia un Paese di untori?
I morti finora erano tutti molto anziani, malati gravissimi per altre patologie concomitanti. La fascia di età dei minori è stata risparmiata dal contagio. E poi, se si vuole proteggere la popolazione, perché non chiudere i Centri Commerciali che sono affollati più delle Chiese?
Per favore: serietà.
Abbiamo constatato l’amara ironia della realtà: le due Regioni, Lombardia e Veneto, che avevano le misure più rigide (la esclusione dei bambini cinesi dalle scuole) sono sedi dei due maggiori focolai. Sia ben chiaro: non ne hanno nessuna colpa ma l’isteria come la superficialità, nei cittadini, come nelle istituzioni, in un momento come questo non pagano e possono addirittura essere controproducenti.
di Angelino RIGGIO