IL CORAGGIO DI PERDERE

Ho visto con piacere la re-introduzione della Costituzione tra le materie di studio a scuola. Non di tutti gli articoli, per carità: ho sempre guardato con una certa pena gli insegnanti con l’ossessione del programma. La scuola non deve trasmettere nozioni ma un metodo di apprendimento e soprattutto l’amore della conoscenza. Secondo me è più importante riflettere sullo “spirito” della nostra Carta Fondamentale che imparare a memoria tutti gli articoli.

L’altro libro che io avrei piacere venisse studiato a scuola è “Lettere di condannati a morte della Resistenza”. Ancora una volta senza costringere (lo studio deve essere un piacere) a conoscerlo tutto. Basta leggere una sola lettera, riflettere che dietro quello scritto c’era una persona (il più delle volte un ragazzo) che sapeva che sarebbe stato ucciso. Per le proprie idee.

È una lezione indimenticabile.

Mi sono chiesto spesso se avrei avuto lo stesso coraggio, non tanto di affrontare la morte (fin lì, forse, ce la farei) ma la reclusione a vita come Gramsci e, ancora peggio, la tortura.

Eppure centinaia lo hanno fatto. Per lo più non essendo certi che avrebbero vinto. Lo hanno fatto perché credevano nelle loro idee.

Ecco: questa è la lezione più importante: essere disposti a perdere, a perdere perfino la propria vita, l’integrità fisica di un corpo giovane per difendere i propri valori di uguaglianza e libertà.

La sinistra ha perso il coraggio di perdere ed è disposta a fare entrare nelle sue file chiunque sia un portatore di voti, comunque prenda questi voti. È un meccanismo snaturante della sinistra perché favorisce la candidatura dei più carrieristi, di chi può permettersi una costosa campagna elettorale (non certo i più poveri che dovrebbero essere l’elettorato di riferimento), di chi possiede una vasta rete clientelare (basata invece che sull’uguaglianza sul do ut des), di chi non si fa scrupolo di accettare meccanismi corruttivi o perfino accordi con la mafia.

È di ieri la notizia che sono stati arrestati per corruzione due consiglieri comunali di Palermo (uno di “Italia viva” e uno del PD). Non so se questi, con i loro voti, hanno contribuito a migliorare il risultato elettorale della sinistra alle ultime elezioni. Sicuramente hanno contribuito a squalificarla.

A questo prezzo, meglio avere il coraggio di perdere.

Meglio conservare la tradizione dei partigiani, di chi è morto combattendo la mafia come Salvatore Carnevale, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Peppino Impastato, Piersanti Mattarella, Rocco Chinnici, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tantissimi altri che con la loro statura morale fanno apparire miserabili certe persone corteggiate dai vari partiti, compresi quelli di sinistra, perché portano “pacchetti di voti”.

Ripeto: meglio perdere le elezioni che perdere l’anima.

di Angelino RIGGIO

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