Parlare di focolaio ai tempi del COVID19
parrebbe più pericoloso del flagello stesso
non tanto perché centro di diffusione di morbo
che fa meno vittime del maschilismo
ma in quanto divulgazione di cultura,
unica arma di prevenzione contro
la violenza sulle donne,
pertanto fenomeno negativo in una società
ancora e sempre, ahimè, maschilista.
Eppure l’Uomo è attratto dalla Donna almeno
tanto quanto la Donna è attratta dall’Uomo.
Stimati dottor Jekyll odierni, ma separati,
prendessero coscienza della capziosità della propria natura,
attratte dal basso e dall’alto insieme.
Non trattiamo dell’etimo, del latino ignis
delle lingue romanze in gestazione focus,
di focolare domestico e di inusitato diminutivo
foculus da cui focolare trecentesco e focolaio cinquecentesco.
Ma la sorte pare identica: l’uno è domato, positivo e custode;
l’altro è pericoloso, divampa e si propaga.
E anche passando al figurato, il focolaio è focolaio
di rivolte, corruzione, crimine e omogenee amenità.
Le parole sono come gli esseri senzienti dell’Umanità:
si scindono, si allontanano su antitesi positive e negative.
L’Uomo però ammazza nel corpo, la Parola lo fa nella mente.
Di Stefania PASTORI
Per collaborazioni artistiche:
Stefi
Pastori Gloss (Gruppo di Lavoro e Osservatorio Sessismo e Stalking)
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