Il fatto: Secondo le prime ricostruzioni, alcuni agenti sono stati allertati sulla presenza di un uomo sospetto seduto in un’auto e che sembrava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. I poliziotti giunti sul posto gli hanno intimato di scendere ma l’uomo ha cominciato ad opporre resistenza. Gli agenti lo hanno allora bloccato a terra e, mentre cercavano di ammanettarlo, uno di loro gli ha tenuto premuto il collo con un ginocchio. “Per favore non riesco a respirare”, si sente nel video. L’uomo implora più volte gli agenti ma invano, anche se visibilmente in sofferenza. Quando arriva l’ambulanza è troppo tardi. L’uomo morirà poco dopo.
Non è la prima volta che succede. È uno schema che si ripete, anche se non nella stessa bestialità, sempre uguale. Ci sono i buoni, i poliziotti più spesso bianchi, e i cattivi, i delinquenti e gli sbandati più spesso neri.
La criminalità, come il razzismo, è un prodotto sociale di una società basata sulla disuguaglianza.
I primi neri furono deportati come schiavi nell’America del Sud perché i conquistadores spagnoli erano rimasti senza braccia da lavoro per estrarre l’enorme fiume di argento che per quasi un secolo scorse dall’ex impero inca all’Europa: i popoli conquistati erano rimasti uccisi per il 90% dalle armi dei conquistadores, dalla inumana fatica nella miniera di Potosì, dalle malattie che venivano dall’Europa come l’influenza e il morbillo.
Poi fu la volta dell’America del nord dove le enormi piantagioni avevano un inesauribile bisogno di forza lavoro a basso costo. Gli Olandesi del “secolo d’oro” traevano la loro maggiore ricchezza non dalle spezie della Compagnia delle Indie Orientali ma dal commercio degli schiavi.
Quando gli Stati del nord degli USA nascenti iniziarono l’industrializzazione, fecero guerra agli Stati del sud che avevano costruito la loro (maggiore) ricchezza sull’agricoltura e lo schiavismo. Ai capitalisti lo schiavismo non conveniva: molto meglio assumere un salariato solo quando era necessario. Come dice Marlon Brando in “Queimada”, stupendo film di Gillo Pontecorvo: “Meglio una prostituta che una moglie. La moglie la devi nutrire, vestire, curare anche quando invecchia o imbruttisce; di prostitute ne puoi prendere una al giorno, sempre bella, sempre diversa e spendere solo quello che ti serve per l’uso.”
La schiavitù fu abolita nel sud ma il razzismo, come un virus, si propagò anche al nord. Perché? Perché la condizione di inferiorità razziale teneva basso il costo del lavoro dei neri e garantiva che ci fosse sempre qualcuno che facesse i lavori delle tre D (dirty, difficult e dangerous: sporchi, difficili e pericolosi). Un inciso a proposito dei lavori sporchi: i film western, e nemmeno Tex, ce lo dicono, ma la maggior parte dei cow boys, i vaccari, erano neri.
Il razzismo apparentemente è finito dopo le lotte di Martin Luther King e Malcom X, praticamente ieri. Ma alla segregazione razziale secolare è inevitabilmente seguita una segregazione economica.
Oggi due terzi dei prigionieri nelle carceri federali sono di colore. Tra i neri c’è il maggior numero di disoccupati o persone a basso reddito. Al contrario i neri che occupano ruoli apicali nella società sono meno di un decimo. La maggior parte dei morti per coronavirus sono tra i poveri, gli immigrati e i neri. Al contrario il numero dei laureati tra i neri è bassissimo.
La segregazione economica ha uno scopo preciso. L’enorme quantità di neri poveri che vivono negli slums è una grande forza di lavoro di riserva pronta ad accettare qualsiasi impiego a qualsiasi condizione e quindi contribuisce in modo determinante a tenere bassi i salari. Molti operai, in assenza di una coscienza di classe, vedono nel nero un concorrente, sono preda di pregiudizi razzisti, non colgono che dare maggiori opportunità a questa massa di diseredati darebbe loro più forza. Ovviamente la cattiva politica butta benzina sul fuoco. Come avviene in Italia dove Salvini è contro la regolarizzazione degli immigrati per lo stesso motivo.
Il colmo di tutto questo è che i diseredati spesso sono arruolati dalla criminalità e questo alimenta e avvalora la propaganda razzista.
Un bel risultato in un Paese come gli Stati Uniti che in Costituzione garantiscono il diritto non solo all’uguaglianza ma anche alla felicità.
P.s.: malgrado quello che è successo ieri nella Giunta per le autorizzazioni a procedere in favore di Salvini, non voglio parlare di Renzi. Questi personaggi che ripetono che “la maggioranza non cambierà” e poi fanno accordi con l’opposizione e preparano ogni giorno una imboscata ai propri alleati, fanno tutto da soli: umiliano sé stessi e la politica.
di Angelino RIGGIO