Luigi Di Maio ha proposto di utilizzare il denaro del Recovery Fund per diminuire le tasse.
Io non sono d’accordo e spiego perché.
Innanzitutto. Ridurre le tasse: a chi?
A tutti? A chi fa fatica ad arrivare a fine mese o a chi ha un reddito centinaia di volte tanto? Al commerciante che lavora dalle sette del mattino o a chi gli affitta il locale a prezzi vertiginosi? A chi fa impresa e crea lavoro o a chi fa speculazione finanziaria?
Io penso che in alcuni casi le tasse debbano essere ridotte mentre per chi ha redditi alti debbano essere aumentate (in termini pratici occorre istituire altre classi di aliquota) secondo il principio che chi più ha, più deve contribuire al bene pubblico, come è previsto dalla Costituzione.
In secondo luogo: abbiamo bisogno dei soldi europei per le tasse? Ragioniamo.
- Che cosa sono le tasse? Sono il contributo che ogni cittadino, come dovere, versa allo Stato per accedere ai diritti che la comunità statuale garantisce.
- A cosa servono le tasse? Innanzitutto a garantire il funzionamento dello Stato e delle Istituzioni democratiche. Servono anche al controllo e alla tutela del territorio e del suo patrimonio e dei servizi garantiti dalla costituzione: istruzione (scuole di ogni ordine e grado), mobilità (trasporti, strade, ecc.), assistenza (pensioni, cig, ecc.), salute (ospedali, cure sanitarie, ecc.) e così via.
Guardando all’attuale stato dei servizi elencati sopra (per esempio come era impreparato il SSN di fronte alla pandemia), la prima impressione è che le tasse non siano sufficienti, altro che diminuirle.
In realtà non è così. Le tasse in Italia possono diminuire. Ma a tre condizioni:
- Spendere bene. Dobbiamo selezionare la spesa. Innanzitutto usare la vista lunga: intervenire non per l’oggi ma per il futuro, investire sui giovani, sulla scuola, l’istruzione, la ricerca. Puntare sulla prevenzione (mettere in sicurezza il territorio costa molto meno che riparare i disastri ambientali), razionalizzare la spesa (ad esempio in Sanità privilegiare l’assistenza territoriale rispetto a quella ospedaliera, il pubblico rispetto al privato: la storia della Lombardia e del coronavirus ci ha aperto gli occhi), eliminare le spese superflue, quelle legate all’immagine o ai vantaggi elettorali (per es. bonus e quota 100).
- Spendere presto. Spendere al momento giusto vuol dire spendere meno e con più efficacia: per farlo è essenziale abbattere la burocrazia. La destra si arrabbia perché l’UE pone come condizione per il recovery fund la lotta contro la burocrazia. Io invece credo che questo sia una benedizione perché obbliga noi italiani ad affrontare questo male endemico. Senza rinunciare alle garanzie per la legge e l’ambiente dobbiamo: eliminare leggi inefficaci o duplicate, verificare periodicamente l’efficacia e l’efficienza delle leggi, tradurre in linguaggio normale il burocratese, generalizzare le best practices (fare in modo che tutti gli uffici si adeguino a chi lavora meglio), evitare l’iter per passi successivi e lavorare “in parallelo”, fare dialogare gli uffici, premiare i dipendenti che suggeriscano percorsi più rapidi efficienti ed economici, copiare dagli altri Paesi europei, aumentare i controlli ex post, ecc.
- Combattere l’evasione fiscale. Il livello di evasione in Italia viene valutato in 130 miliardi: quasi l’equivalente di un Recovery Fund, disponibile ogni anno! Per una lotta concreta all’evasione è necessario sostenere la Guardia di Finanza con mezzi e personale. Aumentare i controlli, specie quelli incrociati utilizzando al meglio tecnologia e banche dati. Rendere molto più rapida ed efficace la soluzione del contenzioso tributario. Diffidare dei ricchi: molti sono persone di ingegno e di coraggio ma tanti sono evasori. Indagare sugli arricchimenti facili e su tutti coloro che vivono al di sopra delle loro possibilità. Un evasore non è solo un ladro e un nemico della società: la tragica esperienza di questa pandemia lo addita come corresponsabile di tante morti. Chi autorizza condoni fiscali ed edilizi è un suo complice.
- Combattere l’elusione fiscale. Bisogna blindare le leggi tributarie contro chi vuole aggirarle “legalmente”. Bisogna combattere i trasferimenti di capitali nei paradisi fiscali e di aziende in Stati dove c’è una fiscalità di vantaggio.
Sono tutte cose che possiamo (e dobbiamo) fare da noi senza ricorrere al recovery fund, che invece ha lo scopo di rendere più forti in modo strutturale i Paesi della UE per superare la recessione dovuta alla pandemia. Non affrontare i problemi strutturali e fare proposte avventate rischia di rendere inaffidabile il nostro Paese, di favorire i quattro Paesi che sono contro il Recovery Fund e di rendere più forti i sovranisti negli Stati che l’hanno sostenuto.
di Angelino RIGGIO