La mancanza di umiltà è la trappola peggiore per le persone migliori.
Il professor Zangrillo ha detto che “il virus è clinicamente scomparso”.
L’avesse detto un Salvini qualunque avremmo potuto derubricare questa frase a una ennesima sparata.
Ma chi l’ha detta è il professor Zangrillo, persona con un curriculum scientifico eccezionale, uno dei migliori medici al mondo e primario di anestesia e rianimazione al San Raffaele di Milano. È uno di quei sanitari a cui l’Italia non sarà mai abbastanza grata per avere combattuto in prima linea nel periodo più buio della pandemia.
Tra l’altro l’ha detto, non davanti a un aperitivo o tra amici, ma in televisione, lo strumento mediatico che, malgrado i social, rimane il più diffuso e autorevole.
La ricaduta sociale di una affermazione così perentoria è notevole. Già questo avrebbe dovuto spingere a un po’ di cautela: abbiamo visto come le affermazioni incaute del premier svedese, di Boris Johnson, di Trump e di Bolsonaro abbiano prodotto effetti disastrosi sulla pandemia.
La medicina e le discipline ad essa collegate non sono scienze esatte e le affermazioni perentorie in questo campo non hanno ragione di essere.
Non solo, ogni disciplina ha una sua specificità. Un ingegnere che costruisce ponti è persona di grande professionalità ma non è un esperto della circolazione stradale. Certo può suggerire argomenti, fare osservazioni ma “in punta di piedi”. Lo stesso deve fare l’esperto della circolazione stradale nei confronti di chi costruisce ponti: entrambi hanno la finalità comune di un trasporto sicuro, ma ciascuno è tenuto al rispetto delle competenze dell’altro.
Il professor Zangrillo è un medico anestesista rianimatore di altissimo livello, ma è appunto un medico non un virologo. Quindi, sulla circolazione del virus sarebbe bene che ascoltasse con rispetto i virologi.
Nei loro confronti, e soprattutto nei confronti dei membri del Comitato Tecnico Scientifico (che hanno curricula pari e superiori al suo), ha avuto parole sprezzanti dicendo che, mentre lui stava a lavorare, loro hanno “solo” chiuso l’Italia. Oltre che sbagliato, è ingeneroso: il lockdown, in termini di responsabilità e di complessità di tutti gli aspetti teorici e organizzativi (di fronte a una epidemia che l’Italia ha dovuto affrontare per prima in Occidente), è stato un lavoro enorme.
Al professor Zangrillo non è venuto in mente che la diminuzione della carica virale sia dovuta alla minore circolazione del virus, dovuta al lockdown?
Dire che il virus è scomparso è quanto meno imprudente mentre nel mondo ci sono sei milioni di contagi e oltre 400.000 morti.
Da umile medico di famiglia, ascolto i miei colleghi, gli specialisti, i virologi, la protezione civile e constato che l’impegno comune di cittadini comuni e mondo della sanità ha prodotto una curva discendente dei contagi e dei morti. Non è poco.
Certo, dopo un periodo così lungo di segregazione, è giusto assecondare il bisogno di socialità e le necessità dell’economia. Ma con prudenza.
Io non so se con la stagione calda il virus regredirà, se in inverno non ci sarà una nuova ondata, se il virus scomparirà o diventerà più buono.
Lo spero.
La scienza però non vive di speranza o di affermazioni assolute, ma di ricerca, indagine della realtà e ascolto di tutti, soprattutto dei propri pari.
Di fronte a una res incognita come la pandemia da coronavirus è bene attrezzarsi al meglio per ogni fase.
In questa fase, per fortuna, saranno meno utilizzate le sale di rianimazione e le terapie intensive. Servirà di più la medicina di territorio per individuare prontamente i focolai, la app immuni per tracciare il contagio e soprattutto l’impegno di tutti nel rispettare la distanza e le altre precauzioni che il Comitato Tecnico Scientifico ci ha indicato e che si sono dimostrate efficaci.
Dire che il covid-19 è scomparso può depotenziare l’arma migliore che abbiamo avuto contro il virus: la responsabilità delle persone.
Il negazionismo del virus è una strada pericolosa. Lungi da me anche minimamente accostare il professor Zangrillo ai pericolosi, e stupidi, gilet arancioni e no vax. Vorrei però che lui riflettesse su quanto le sue parole possano essere strumentalizzate da costoro.
Il Presidente Mattarella ha detto: sarebbe inaccettabile e imperdonabile disperdere questo patrimonio, fatto del sacrificio, del dolore, della speranza e del bisogno di fiducia che c’è nella nostra gente.
di Angelino RIGGIO