Uno studioso di Karl Marx racconta che “il politico avesse il dovere dell’esattezza e costringeva severamente i suoi riluttanti discepoli a entrare nella sala di lettura del British Museum”.
Il tono è ironico: c’è “costringere”, c’è “riluttanti”, ma il fatto resta.
Nessun movimento politico o sociale ha mai dato tanta importanza alla ricerca e all’erudizione come ha fatto il marxismo”.
E giustificatamente.
Tanta importanza derivava dal nodo della disuguaglianza.
La partecipazione popolare: bene.
La lotta degli sfruttati: ottimo.
Ma poi chi gestisce il potere e come?
Forse è per questo che Marx spingeva non solo alla rivoluzione ma anche a chiudersi in biblioteca e studiare, studiare, studiare.
Come stava facendo lui stesso per svelare i misteri del capitale.
Il succo dell’aneddoto pare essere: la volontà popolare non si incarna mai in una élite di tecnici della conoscenza.
Cambiamento e sapere vanno insieme; una diffusa acquisizione degli strumenti per ricercare e capire è l’unico modo per rimettere sul serio in sesto il mondo.
Domenico Starnone
Commento:
Domenico Starnone è uno scrittore contemporaneo che gestisce la rubrica “Parole” sul settimanale “Internazionale”. Scrive sempre cose dense di significato.
Leggerle, va nella direzione voluta da Marx e indicata nell’articolo: acquisire e costruire coscienza critica è (dovrebbe essere) il primo impegno della politica.
di Angelo RIGGIO