Al liceo ho avuto degli ottimi professori. Sono stato davvero fortunato perché mi hanno insegnato alcuni principi fondamentali per poter ragionare in maniera critica e libera, al di là dei contenuti nozionistici del loro insegnamento.
Una delle cose che mi hanno inculcato è la verifica delle fonti. All’epoca internet aveva una diffusione piuttosto limitata e la velocità della navigazione era a dir poco snervante. Non c’erano social network e non si aveva sempre tutto a portata di cellulare come oggi. Quindi fare delle ricerche era lavoro molto più faticoso. Bisognava ricercare i testi più appropriati e confrontarli, scandagliare biblioteche, conoscere gli autori e la loro autorevolezza per poi mettere tutto assieme citandone la bibliografia.
Oggi è tutto più semplice. Ma anche più corretto? Direi proprio di no se pensiamo per un attimo a quello che succede tutti i giorni soprattutto sui social network, ma non solo.
E’ praticamente sparita la più elementare verifica delle fonti da cui traiamo le informazioni di ciò che accade nel mondo o anche solo nel nostro quartiere. E’ una cosa di una gravità assoluta e un problema di grandissima attualità. E questo non capita solamente alle persone con un grado culturale più basso, ma sempre più sovente lo riscontriamo in tutte le fasce della popolazione. Anche, spessissimo, tra i laureati.
E’ sconvolgente pensare che nientemeno che il Presidente degli Stati Uniti parla apertamente di “verità alternative” quando gli viene fatto notare che quello che dice non è corretto. Ed è ancora più sconvolgente che alcune nazioni, come la Russia di Putin, tentino di manovrare la vita politica di altre nazioni attraverso un vero e proprio bombardamento di “fake news” allo scopo di creare destabilizzazioni e cercare di imporre la propria sfera di influenza a danno degli stati europei.
Forse iniziamo a renderci conto soltanto ora di quanto sia a rischio la tenuta stessa della democrazia, soprattutto con delle elezioni politiche alle porte che rischiano di essere pesantemente influenzate da atti di “cyberterrorismo” o più semplicemente dalla veicolazione di notizie false e, per l’appunto, di verità alternative. A tal proposito sembra che in Parlamento il PD voglia presentare un disegno di legge proprio per cercare di limitare questo fenomeno, che ha già interessato altri Paesi prima del nostro.
Non so se sarebbe una buona legge, non ne ho letto il testo e non mi sento di affermarlo in maniera assoluta.
Quello di cui ci sarebbe grandissima necessità è un maggior grado di consapevolezza di quello che ci viene proposto praticamente a ogni ora del giorno e della notte. E soprattutto una maggior capacità di verifica di quello che si legge, oltre a una maggior capacità di comprensione del testo.
Possono sembrare concetti un po’ banali, ma è in realtà difficilissimo veicolarli alla maggior parte delle persone. E’ faticoso. E ci vorrebbero tanti ottimi professori come quelli che ho avuto al liceo, che non smetterò mai di ringraziare per quello che hanno saputo insegnarmi. Soprattutto per avermi insegnato a pensare.
di Antimo DE RUOSI
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