Venerdì 23 aprile si è svolta la 7^ Lezione sulle rivoluzioni dal titolo: “Cromwell ed il parlamentarismo in Inghilterra” relatore Lionel Lingua.
Il relatore ha introdotto l’argomento con un’ampia introduzione sul ‘600, per arrivare a spiegare le ragioni delle rivoluzioni inglesi. Si è soffermato sui cambiamenti, d’ordine politico e dinastico, in atto tra Francia ed Inghilterra e l’arrivo di un nuovo grande protagonista della storia del ‘ 600: la Spagna con la conquista di parte dell’America e i suoi preziosissimi carichi di ricchezza in metalli preziosi e di carne umana. Ha ricordato che si stava sviluppando una nuova borghesia ed una piccola nobiltà di campagna che aspirava a cambiamenti più o meno radicali.
La prima rivoluzione fu segnata dalla guerra civile e si concluse con la caduta della monarchia.
Vari furono i motivi alla base degli avvenimenti: il dissidio fra corona e Parlamento, accentuato dall’autoritarismo di Carlo I Stuart; il fiscalismo del regime; le incertezze della politica estera; il gravissimo conflitto spirituale e religioso tra Chiesa anglicana e puritanesimo. Il segnale della rivoluzione fu dato dalla Scozia, la cui Chiesa presbiteriana si reggeva su basi democratiche e avversava le idee autoritarie della corona inglese (1638).
Nel 1640 fu convocato il Parlamento che si schierò in grande maggioranza contro la linea repressiva sostenuta dalla corona e per questo venne sciolto (Parlamento corto).
Gli scozzesi erano insorti ed il re Carlo I dovette riconvocarlo (Parlamento lungo).
Nonostante ciò, la richiesta di denaro da parte della corona venne respinta. Il re fu costretto anche ad accettare l’esecuzione del primo ministro e la limitazione dei poteri reali.
L’Irlanda cattolica si ribellò massacrando alcune migliaia di protestanti.
Prendendo pretesto da quest’emergenza, il re tentò di esautorare il Parlamento ristabilendo il proprio potere assoluto, ma accusato dalle teste rotonde (i sostenitori del Parlamento) di avere provocato l’insurrezione irlandese, aprì la vicenda rivoluzionaria.
RIVOLUZIONE INGLESE 1642
Dopo un iniziale vantaggio dei realisti (Carlo I si era rifugiato a York), il Parlamento affidò le proprie sorti militari ai Fianchi di Ferro (Ironsides), esercito di popolani e piccoli borghesi, organizzato da Cromwell.
La vittoria riportata sui realisti a Marston Moor (1644) convinse il Parlamento ad affidare il comando dell’intero esercito a Cromwell.
Sconfitti definitivamente i realisti, i puritani di Cromwell cacciarono i moderati dal Parlamento e giustiziarono Carlo I (30 gennaio 1649).
Quel che restava del Parlamento proclamò la Repubblica (Commonwealth).
Il fervore rivoluzionario assunse allora caratteristiche sempre più radicali; oltre al suffragio universale fu chiesta l’uguaglianza economica e sociale e venne proposto una sorta di comunismo agrario.
Nel 1650 Cromwell sciolse il Parlamento e nel 1653 assunse il titolo di Lord.
Morì a 59 anni, nel 1658.
Aveva nominato l’anno prima suo successore il figlio Richard.
A due anni di distanza dalla morte di Cromwell, ufficialmente attribuita a malaria, il parlamento restaurò la monarchia incoronando Carlo II, poiché Richard Cromwell si era dimostrato un “successore non all’altezza” ed era stato costretto alle dimissioni e all’esilio.
Il 30 gennaio 1661, nell’anniversario dell’esecuzione di Carlo I, la salma di Cromwell venne riesumata dall’abbazia di Westminster e sottoposta al macabro rituale dell’esecuzione postuma.
Al termine il corpo fu gettato in una fossa comune a Tyburn, tranne la testa, infilata su un palo ed esposta davanti all’abbazia di Westminster fino al 1685.
Questo macabro cimelio passò di mano molte volte, per essere finalmente sepolto nel cimitero del Sidney Sussex College, a Cambridge, nel 1960.