FLAT TAX E’ GIA’ CAOS. IL REGALO AI RICCHI POTREBBE SLITTARE AL 2020. L SIMULAZIONE

di Michael Pontrelli

I calcoli degli economisti parlano chiaro: nessun effetto fino a 15 mila euro. Benefici limitati fino a 30 mila. Manna dal cielo da 80 mila in su. Complessivamente il 50% dei 50 miliardi di risparmi fiscali sarebbero intascati dal 10% dei più ricchi. Solo il 9% per il 50% dei più poveri.

Sulla flat tax leghista (inserita nel contratto di governo e dunque appoggiata anche dal M5s) è andato in scena il primo psicodramma del nuovo governo gialloverde. Alberto Bagnai, l’economista no euro eletto in Parlamento con il Carroccio, nel corso di una intervista ha reso noto che la tassa piatta sarebbe stata introdotta nel 2019 alle aziende e nel 2020 alle famiglie. Un approccio graduale che tuttavia non è piaciuto ad Armando Siri, altro economista leghista, appena eletto al Senato, ed ispiratore della riforma fiscale, che si è affrettato a precisare che “le parole di Bagnai sono state strumentalizzate” e che “nel 2019 la flat tax si applicherà anche alle famiglie”.

Più semplice l’attuazione alle imprese

Applicare il nuovo regime fiscale già dall’inizio del prossimo anno non sarà però una passeggiata per due motivi. Il primo è tecnico. Il progetto di riforma deve essere presentato prima nel Def e poi nella Legge di Bilancio di metà ottobre. Applicare la flat tax alle imprese è semplice in quanto di fatto già esiste. I governi precedenti hanno ridotto l’Ires al 25% e l’Iri per i piccoli al 24%. Si tratterebbe solo di ritoccare le aliquote indicando ovviamente le coperture.  Nel caso delle famiglie la questione è invece più complessa perché la riforma prevede l’azzeramento di tutte le deduzioni e detrazioni esistenti, alcune delle quali sono però pluriennali.

Il nodo delle coperture

Ma il vero nodo della questione è quello finanziario. Lo stesso Armando Siri ha riconosciuto che la flat tax costerebbe 50 miliardi di euro di minori entrate. Dove trovare così tanti soldi? I modi per farlo sono solo tre: aumentare altre tasse, tagliare i costi dello Stato, chiedere maggiore flessibilità all’Europa sul deficit. Per quanto riguarda la prima soluzione (aumentare altre tasse) si tratta di una opzione non praticabile. Il neoministro dell’Economia Tria sarebbe favorevole a finanziare la flat tax attraverso l’aumento dell’Iva ma sia Salvini che Di Maio hanno preso impegni precisi con gli elettori su questo fronte. L’aumento previsto dal 1gennaio 2019 come clausola di salvaguardia sarà sterilizzato.

La tentazione di far aumentare il deficit

Sul fronte dei tagli i margini di manovra sono limitati. Ci sono i 32 miliardi di spending review individuati da Cottarelli ma ci sono anche le altre spese miliardarie previste dal contratto: revisione della legge Fornero sulle pensioni (almeno 15 miliardi l’anno secondo l’Inps) e reddito di cittadinanza (almeno 18 miliardi l’anno a cui si aggiungono 2 per la revisione dei centri dell’impiego). L’unica strada davvero percorribile (almeno teoricamente) è dunque quella di chiedere flessibilità alla Commissione Europea sul deficit di bilancio. Prospettiva piena di rischi perché agenzie di rating e mercati ci tengono sotto osservazione. La consapevolezza che non sarà una passeggiata ha spinto lo stesso Armando Siri ad ipotizzare una introduzione graduale in due fasi: nel 2019 applicazione alle imprese e alle sole famiglie con figli a carico (da due in su) e nel 2020 estensione a tutti.

Flat tax enorme regalo ai ricchi, una beffa per i poveri

Di fronte ad una operazione così costosa e complessa tutti i cittadini dovrebbero porsi una domanda: a chi conviene la flat tax? Le simulazioni condotte dagli economisti non lasciano dubbi: conviene soprattutto ai ricchi. Secondo i calcoli dell’economista Massimo Baldini il 50% della torta (25 miliardi) finirebbe nelle tasche del 10% dei più facoltosi. Al 50% dei più poveri andrebbe invece solo il 9% del risparmio complessivo. Le simulazioni fatte da numerosi centri studi confermano le conclusioni di Baldini. La flat tax non avrebbe nessun effetto su chi guadagna fino a 15 mila euro annui. Incomincerebbe a farsi sentire a partire dai 30 mila euro: si verserebbero 3870 euro invece di 5530 euro. Sarebbe una vera e propria manna dal cielo dagli 80 mila euro in su con lo sgravio fiscale che sale al 40%. La riforma fiscale epocale del governo gialloverde sarebbe niente di più che un enorme regalo ai ricchi e dunque al Nord, dato che i maggiori contribuenti sono concentrati nelle aree dove il Carroccio fa il pieno dei voti. Una beffa per il Sud che genera diversi dubbi sulla coerenza della politica del M5s: perché appoggiare un provvedimento così iniquo quando per anni è stato raccontato ai cittadini che era arrivato il momento di pensare ai meno fortunati?

La fake news della semplificazione

Oltre al regalo ai ricchi e al Nord la flat tax contiene inoltre anche una grande bufala: la promessa della semplificazione fiscale rispetto al sistema attuale fatto di aliquote, scaglioni, deduzioni e detrazioni. Il meccanismo non solo non cambia ma per certi aspetti diventa anche più complesso. La riforma prevede infatti l’introduzione di una no tax area di salvaguardia e deduzioni fisse che cambiano al variare del reddito necessarie per garantire la progressività della tassazione imposta dalla Costituzione. Non solo per capire quanto si pagherà bisognerà continuare a rivolgersi a un commercialista o a un economista ma si creano anche effetti collaterali mostruosi come quelli che avvantaggiano i single rispetto alle famiglie numerose con redditi bassi.

Serve un passo indietro prima che sia troppo tardi

La conclusione è semplice: la flat tax è l’ennesimo pasticcio all’italiana che ha pagato in campagna elettorale ma che rischia di far esplodere i conti pubblici e mandare definitivamente a picco l’Italia. La speranza è che il governo pentaleghista abbia il coraggio di fare marcia indietro prima che sia troppo tardi perché con il Paese andrebbe a fondo anche il primo governo populista della storia italiana. Vale davvero la pena correre questo rischio per fare un regalo ai ricchi?

5 giugno 2018

Tiscali

 

 

COMMENTO

 

Ci hanno raccontato che la flat tax era fortemente voluta solo da Berlusconi; perché allora non la cancellano, visto che il cavaliere è all’opposizione?  A me, malizioso, viene da pensare che interessi anche a Salvini e Di Maio. In campagna elettorale ci hanno fatto credere che ci avrebbero riempito le tasche di soldi. Al momento si comportano da Robin Hood all’incontrario, cioè tolgono ai poveri per dare ai ricchi.

La mia impressione è che stiamo camminando sul filo del rasoio e molto presto scivoleremo e rimarremo conciati molto male. Non occorre essere economisti per capire che siamo decisamente in una brutta situazione.

Le promesse elettorali di Lega e 5 Stelle non potranno essere mantenute: è come se avessi 1.000 euro in tasca e mi fossi impegnato a regalare una Ferrari a mio figlio! Chi pagherebbe la differenza?  Nel caso dell’applicazione delle costose promesse elettorali di Lega e 5 Stelle saremo noi ancora una volta a pagare…e non poco.

 

Leggiamo con attenzione l’articolo qui sopra di Pontrelli, almeno le ultime righe: il terribile scenario futuro che prospetta è purtroppo molto reale.

 

di GIANNI ZANIRATO

3 comments Add yours
  1. Flat tax

    1) Nessun effetto fino a 15 mila euro e cioè generalmente lavoratori dipendenti e pensionati.

    2) Benefici limitati fino a 30 mila e cioè generalmente lavoratori autonomi e piccola impresa.

    3) Manna dal cielo da 80 mila in su e cioè generalmente media e grande impresa (evitando fallimenti e fuga di capitali all’estero sotto forma di sedi legali e offshore, incentivando addirittura i loro rientri in patria recuperando quelle tasse che oggi incassano le Nazioni che tutelano i paradisi fiscali come l’Inghilterra, Panama eccetera) riattivando l’investimento in Italia e creando in automatico nuovi posti di lavoro e più ricchezza.

    Vale a dire: Meno tasse ai grandi capitali che purtroppo non sono più in patria da molto tempo renderebbe allettante il loro rientro addirittura sotto forma d’investimenti e non soltanto parcheggiati su conto Bancario.

    Una Flat tax ideata e proposta da Berlusconi che in materia di affari non è sprovveduto.

    1. Da quanto tu scrivi risulta che c’erano soldi da distribuire e il governo leghista-pentastellato ha deciso di darli ai più ricchi!!! Quindi devo ringraziare Salvini e Di Maio? Proprio no. I soldi negati a chi ha un basso reddito non aiuta le piccole aziende e i piccoli commercianti. Questa flat tax é stata voluta da Berlusconi ma i suoi due compagni di merenda hanno deciso di portarla avanti lo stesso. O sono imbecilli, e non lo sono, o sono complici. Gianni Zanirato

      1. Ho fatto soltanto un ragionamento sul tema Flat Tax, l’analisi da me proposta (indipendentemente da ogni tendenza politica e presunzioni su chi ci potrebbe guadagnare come tornaconto personale) è mirata a capire il pro, visto che il contro è dappertutto nella coscienza collettiva delle opposizioni.
        Non si tratta di togliere denaro ai poveri per dare ai ricchi, perche ai poveri (attualmente raffigurati tra lavoratori dipendenti e pensionati), non gli cambia nulla e cioè continuano a pagare le tasse che hanno sempre pagato in base al reddito. Successivamente lavoratori autonomi e piccola impresa (categorie molto diffuse in Italia ma in forte sofferenza) pagheranno un po’ di tasse in meno rispetto a prima ed è meglio di niente. Mentre le grandi imprese, tante di esse con le sedi legali all’estero (per risparmiare sulle tasse come la FIAT e tante altre addirittura migrate con la produzione) troveranno la convenienza di ritornare in patria addirittura con la produzione di beni di consumo spostati all’estero anche essi. Sono le grandi impresse che poi muovono l’indotto danno lavoro anche alle piccole e medie aziende aumentando l’occupazione, e alla fine mangeremo tutti.
        Provate a fare questo ragionamento, dimenticando per un attimo Robinhood che toglie ai ricchi per dare ai poveri. Si è poveri, non perche non ci regalano i soldi decurtati ai ricchi, ma perche non c’è un lavoro con cui guadagnarseli.

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