NON E’ QUESTA L’EUROPA CHE VOGLIAMO
CONDANNATI AD ESSERE INTRAPPOLATIIN LIBIA O ANNEGARE IN MARE
Record di naufragi. Oltre 600 persone, tra cui neonati e bambini, sono annegate o disperse nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale nelle ultime 4 settimane soltanto. Nonostante l’enorme bisogno di operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, il nostro lavoro per eseguire salvataggi in acque internazionali è sempre più ostacolato. L’accesso ai porti ci viene negato.
In questo momento la nave Aquarius, con a bordo la nostra équipe medica, si trova a Marsiglia per fare rifornimenti e cambio d’equipaggio. Malta ci ha negato l’autorizzazione a entrare in porto anche per un semplice e necessario scalo tecnico. Dopo l’odissea durata 9 giorni per sbarcare a Valencia, ancora non sappiamo quando ci saranno le condizioni per poter operare in mare.
Il messaggio dei Governi europei è forte e chiaro: l’assistenza umanitaria e la solidarietà non sono benvenuti. L’Europa preferisce voltarsi dall’altra parte mentre condanna le persone a essere intrappolate in Libia o ad annegare in mare, consegnando la responsabilità dei soccorsi alla Guardia costiera libica che intercetta le barche alla deriva e le riporta all’inferno. E anche quando i leader europei accettano di fare la propria parte, lo fanno solo dopo duri braccio di ferro sulla pelle delle persone.
Quanta altra sofferenza umana dovrà essere provocata e quante altre vite spezzate, prima che l’Italia e l’Europa tornino a mettere al primo posto la vita delle persone?
Siamo in tanti a chiederlo, perché un’Europa solidale esiste. La incontriamo ogni giorno nelle case, nelle piazze, nei messaggi sui nostri social network, nel sostegno costante di voi donatori. La solidarietà non è un crimine ma un obbligo per tutti noi.
Dalla Newsletter di MEDICI SENZA FRONTIERE