Lettera a S. E. il Sig. Ministro degli Interni Senatore Matteo Salvini da un antropologo migrante sul concetto di accoglienza

Egr. Sig. Ministro,

pensando agli accadimenti degli ultimi giorni, soprattutto nella prospettiva di una deriva delle idee che risultano sempre più degenerate, mi sembra giusto scriverLe le mie impressioni, brevi e concise da intellettuale e ricercatore, sulle questioni inerenti al concetto di accoglienza. Nella nostra vita, al momento della nascita, siamo accolti da un’equipe medica, che ci permette di vivere. Medici e infermieri che nulla hanno a che fare con il nascituro e che non lo conoscono nemmeno. Fanno il loro lavoro: quello di permettere ad un individuo che non può esigere il diritto di vivere da solo di poter nascere.

Lei dirà: sono nato da un atto di amore di mia madre con mio padre per forza mi devono accogliere! Veramente non è proprio così, ancora oggi molte madri e molti padri disconoscono il proprio figlio o lo danno immediatamente in affidamento. Quindi il concetto di accoglienza, senza entrare in questioni teologiche, è una categoria umana e come tutte le categorie umane è complessa e deriva dalla nostra capacità di capire che gli essere umani sono unici e irripetibili e, nella loro accezione preziosa, ogni uomo ha il diritto di migliorarsi e di vivere.

Mi permetto di dirLe, ancora, che l’accoglienza è messa direttamente in relazione con l’appartenenza alla razza umana. Infatti, la nostra capacità di accogliere ci permettere di non cadere nella “banalità” che distrusse milioni di vite più di settant’anni fa. La questione è nella conoscenza di noi stessi e degli altri. Ciò significa che solo conoscendo e compatendo, nel senso di partecipare al patimento di chi ti è prossimi qui nell’accezione Cristiana del termine, comprendiamo e accogliamo. Da qui il suo contrario: respingere, rifiutare ed escludere. In questo senso si dimostra una qualità disumana o inumana. Tuttavia quest’ultima è propria dell’essere umano moderno. Ma noi, Egr.Sig. Ministro, vogliamo e siamo per vocazione umani e questo significa capire.

Come antropologo non sono affatto d’accordo sulle decisioni che sono state prese in relazione ai respingimenti e alla Sua politica. Sono sicuro che il governo attuale stia facendo il bene di quella parte d’Italia che vi ha votato e che chi fa parte di questo esecutivo è composta di donne e uomini d’onore. Tuttavia sono coloro che restano indifferenti davanti alla disperazione e alla morte. Ma io non sono un oratore bravo come voi ma un uomo che “vi parla semplice e schietto di ciò che voi stessi vedete e che di per se stesso parla” (Shakespeare, Giulio Cesare, orazione funebre di Marco Antonio sul corpo morto di Cesare).

di Mario PESCE

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