I DUE CONTADINI

Tanto tanto tempo fa, in un paesino lontano lontano, abitavano due contadini.

Entrambi avevano un appezzamento di terra da lavorare, ed entrambi sostenevano la propria famiglia con il loro duro lavoro.

Siccome non avevano grandi disponibilità, per poter acquistare i loro campi e per poter avviare la loro attività chiesero l’aiuto del Gran Consiglio del loro paese.
Gli concessero il prestito perché erano gran lavoratori, dissero i vecchi saggi, e si indebitarono per poter provvedere ai bisogni propri e delle loro famiglie.

La vita scorreva tranquilla, ma purtroppo una lunga siccità non permise loro di poter avere un buon raccolto, e si ritrovarono a non poter più far fronte ai debiti e a non poter mantenere lo stesso tenore di vita.

Fu allora che decisero entrambi di chiedere un ulteriore aiuto al Gran Consiglio. I vecchi saggi del paese, dopo un lungo consulto, dissero loro: “Vi concediamo quello che chiedete perché la siccità vi ha colpito duramente, ma siete degli ottimi lavoratori e dei bravi uomini. Quindi saprete fare buon uso di questi denari. E ricordate che sono denari messi da parte dalla nostra comunità, quindi di tutti.”

Il primo contadino tornò a casa sollevato e, rinfrancato nello spirito e galvanizzato dalla nuova opportunità, si affrettò ad assegnare i lavori per un canale di irrigazione per combattere la scarsità di acqua e comperò un nuovo aratro che potesse consentirgli di avere un raccolto migliore.

Il secondo contadino, invece, ordinò che gli venissero recapitati dal negozio lì vicino un otre di buon vino, della selvaggina e del pesce per poter festeggiare con la sua famiglia le nuove disponibilità economiche. Inoltre pensò che in fondo si meritavano un po’ di benessere e acquistò un bel vestito nuovo per sé e per sua moglie, un cavallo elegantissimo con un mantello tutto nero e lucido, e per i suoi figli comprò un mucchio di giocattoli nuovi. “Siete figli miei, e solo per questo motivo dovete essere premiati” disse “e quando ci vedranno col nostro bel cavallo e i nostri vestiti nuovi, tutto il paese ci invidierà!”.

E successe proprio così: infatti i figli e la moglie del primo contadino, suo vicino, erano rosi dall’invidia. “Dovevamo fare come lui” diceva sua moglie “perché anche noi abbiamo diritto a un premio!”

Il contadino rispose pazientemente che non era un buon affare sperperare le proprie poche sostanze in quella maniera. Che per arricchirsi un pochino bisognava lavorare e i soldi andavano investiti nell’aratro e nel canale, come aveva fatto lui.

I suoi familiari non capirono, ma solo fino all’estate seguente.

Infatti un’altra lunga e dura siccità afflisse la regione.

Il primo contadino però, grazie alla sua oculatezza, potè irrigare i propri campi grazie al canale che provvidenzialmente aveva scavato. E il suo raccolto fu addirittura il migliore mai avuto per merito del nuovo aratro che consentiva di seminare più acri e più velocemente.

Il secondo contadino invece perse tutto e si ritrovò senza raccolto e senza soldi. In più era indebitato il doppio nei confronti della comunità, che adesso reclamava i propri crediti.

 di Antimo De Ruosi

 

P.S. Le fiabe hanno sempre una loro morale, che non viene spiegata da chi le scrive. O almeno quasi mai.

Nella speranza di non avervi annoiato, consiglio di ricercare ognuno la propria morale in questa storia. Posso consigliare di guardare alle faccende odierne, ad esempio alla politica nazionale.

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