Il corso della Scuola di Formazione Politica dell’anno scorso sulle rivoluzioni ha dimostrato che ogni rivoluzione ha contribuito a liberare le forze produttive creando progresso e una fruizione più ampia e diffusa della ricchezza sociale. Così è stato con la “rivoluzione” del neolitico in cui l’uomo è passato dalla condizione di cacciatore-raccoglitore a quella di coltivatore allevatore, con le rivolte contadine, con la rivoluzione copernicana, con la rivoluzione di Cromwell, con la rivoluzione industriale, con la rivoluzione industriale, con la rivoluzione francese, con il 1848, con la Comune di Parigi, con la Rivoluzione del ’17, ecc.
Il corso di quest’anno in collaborazione con la Consulta delle donne di Nichelino è in una certa misura la continuazione del tema dell’anno passato. La “rivoluzione” femminile del dopoguerra tuttora in atto è fondamentale per liberare enormi forze produttive (l’altra metà del cielo). La parità dei sessi è giusta non solo perché porrà fine a una insopportabile ingiustizia ma anche perché è uno strumento per sviluppare enormi potenzialità sociali (dalla scienza all’economia, dalla politica alla democrazia).
Lo abbiamo visto nelle elezioni di midterm in America con l’onda rosa di deputate democratiche elette al Congresso (giovani, di diverse etnie e religioni, ecc.). L’abbiamo visto a Torino dove sette donne hanno promosso una manifestazione imponente non solo per dire SI alla TAV ma anche per rivendicare scelte per lo sviluppo e gli investimenti e non per l’assistenzialismo.
Voglio ricordare in particolare le manifestazioni di sabato in tutta Italia del movimento NONUNADIMENO contro il ddl (Disegno Di Legge) che stabilisce nuove norme sull’affido condiviso dei figli in caso di separazione o divorzio e che porta il nome del senatore leghista Pillon.
Se il ddl verrà approvato scomparirà l’assegno di mantenimento. I figli dovranno avere due case e passare tempi identici con entrambi i genitori che li manterranno nei giorni che a loro spettano. Per le coppie separate ci sarà l’obbligo della separazione familiare a pagamento.
Le manifestanti denunciano che senza l’assegno di mantenimento diventerà impossibile per moltissime madri che non lavorano mantenerei figli (oggi in Italia il 49% delle donne è disoccupato, sono quasi sempre le madri a lasciare il lavoro per accudire i figli). In caso di separazioni violente questo può diventare un’arma di ricatto del marito violento. Far cambiare a giorni alterni casa ai bambini (i cosiddetti bambini-valigia) è estremamente dannoso secondo gli psicologi dell’infanzia. Infine la mediazione a pagamento e obbligatoria è una vessazione e colpisce pesantemente il coniuge meno abbiente (quasi sempre la donna).
Insomma, il ddl Pillon è un attacco al divorzio e ai diritti delle donne.
Anche il diritto all’aborto è in pericolo ma di questo ci parlerà in modo ampio TULLIA TODROS venerdì 16 novembre nella terza lezione della nostra Scuola di Formazione Politica.
di Angelino RIGGIO