UOMINI DI FEDE

La BCE ha dovuto fare marcia indietro rispetto alle dichiarazioni irresponsabili del suo Presidente Christine Lagarde e l’UE ha accordato di allentare il Patto di Stabilità esprimendo il massimo di solidarietà all’Italia come ha fatto con bellissime parole il Presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen.

Bene.

Vorrei sottolineare però due cose.

La prima: non si tratta di dare solidarietà all’Italia ma di riconoscere l’enorme lavoro fatto dal nostro Paese per fronteggiare, per primo in Europa, il coronavirus. Sulla base delle cose buone (come dei nostri, in gran parte inevitabili, errori) è indispensabile costruire una strategia comune e coordinata a livello europeo. Lo hanno sostenuto ieri in videoconferenza Conte e Macron e lo aveva suggerito già all’inizio dell’epidemia un mese fa (sembra un secolo fa) l’ottimo ministro della Sanità, Roberto Speranza. Ci si arriverà, ma questa lentezza è esasperante di fronte alla minaccia attuale e visto che l’Europa è l’epicentro mondiale della pandemia.

La seconda: la Borsa di Milano si è ripresa e lo spread è sceso ma ci vorrà parecchio perché tutto torni come prima delle dichiarazioni della Lagarde (come al solito: distruggere è più facile che costruire). Spread più alto vuol dire interessi maggiori da pagare agli investitori che comprano i nostri titoli di Stato, cioè meno soldi per il rilancio della nostra economia e per il nostro stato sociale e in particolare per la nostra Sanità. Chi ci ripagherà del danno?

C’è una terza cosa che voglio dire. Poiché la ricchezza non si distrugge, se qualcuno ha perso c’è chi ha guadagnato da questa minicrisi (all’interno della grande crisi della pandemia). Come durante la crisi economica del ’29 e nella Seconda Guerra Mondiale mentre la maggior parte dell’Umanità soffriva pene infinite c’erano i pescecani che costruivano le loro fortune, così i signori della Finanza Mondiale si arricchiscono oggi in modo indecente.

Da ultimo. Il capitale finanziario è la forma più spregevole del capitalismo: non solo perché sfugge a ogni dovere sociale (come le tasse, ricorrendo ai paradisi fiscali) e racchiude in un’unica conventicola anche il denaro della corruzione mondiale, di molti dittatori, della criminalità organizzata, del traffico di armi e stupefacenti, ma soprattutto perché produce denaro dal denaro senza accrescere la produzione di merci, la ricchezza sociale e la creazione di posti di lavoro, tutte cose che i capitalisti vecchio stampo garantiscono: si chiamano imprenditori perché appunto fanno l’impresa, rischiano il loro capitale e affrontano le difficoltà del mercato globale. In questo senso sono dei santi, a patto però di non scaricare tutte le difficoltà sui lavoratori, riducendo salari e potere d’acquisto, creando insicurezza del futuro con libertà di licenziare e con contratti precari, senza tutelare la sicurezza nei posti di lavoro.

Quando parlo di sicurezza, non sto parlando solo del crimine sociale dei morti sul lavoro, delle invalidità permanenti, delle malattie del lavoro. Parlo, oggi, di non fornire nemmeno le mascherine a chi continua a lavorare per salari spesso di fame ai tempi del coronavirus. 

Ai signori dell’alta finanza e agli imprenditori che hanno risparmiato perfino sulle mascherine dedico questo breve passaggio di Marx.

È la fede che rende beati. La fede nel valore monetario come spirito immanente delle merci, la fede nel modo di produzione e nel suo ordine prestabilito, la fede nei singoli agenti della produzione come semplici personificazioni del capitale che si valorizza da sé.

di Angelino RIGGIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.