Come hanno scritto, giustamente, diversi amici di “piazzadivittorio.it”, è difficile scegliere il libro più importante della nostra vita, esistono libri per ogni età e per tutti i gusti.
Ci sono anche libri odiati perché imposti a scuola. Come macro-esempio mi riferisco a “I promessi sposi”.
Personalmente, ritengo che l’insegnante che sia riuscito a farlo odiare abbia sbagliato semplicemente lavoro; come si dice comunemente: “braccia levate all’agricoltura” (con tutto il rispetto per questo fondamentale e nobile lavoro).
Io (“questo è un masochista”, penserà qualcuno) ho letto il “romanzetto in cui si parla dei promessi sposi” più di dieci volte.
Sì, 10 volte.
Perché?
Perché in questo libro c’è tutto: amore, passione, guerra, sofferenza, lotta, prepotenza, fame, miseria, morte, ricchezza, lotta, amore, tradimento, amicizia… insomma la vita di noi tutti.
Ma perché leggerlo ogni cinque anni circa, come faccio io? Semplicissimo: perché lui è sempre lo stesso.
Mentre io cambio.
Mi sembra, tutte le volte un libro diverso.
E poi non si può comprendere un personaggio, ad esempio, come Gertrude, la monaca di Monza, da ragazzo quando si crede che non esistano sfumature nella vita.

“Pinocchio”.
Libro per bambini?
Ma chi l’ha detto?
È “anche” un libro per bambini, ma soprattutto un libro per adulti: anche qui occorre un minimo di guida da parte di un insegnante preparato e non solo con la testa sul programma ministeriale e con la verità in tasca.
Ho insegnato letteratura per diversi anni ai ragazzi delle medie superiori, molti hanno poi amato i “I Promessi Sposi”, discutevamo i personaggi ed ognuno aveva una parte chi Renzo, chi Lucia, chi don Abbondio e raccontavano la propria storia con il loro idioma…
Parlavo di Schulz, quello di Charlie Brown e Snoopy (fumetti solo per bambini?
Che eresia!
Freud avrebbe avuto un lavoro enorme da analizzare su queste strisce).
Quando parlavo di guerra facevo riferimenti anche le “Sturmtruppen” di Bonvi, giornalini?
No arte!
I ragazzi capivano la crudeltà della guerra, come se stessero leggendo una poesia di Ungaretti o ascoltando una canzone di Fabrizio De Andrè.

Se sono riuscito a far amare la lettura a qualche ragazzo ne sono felicissimo; per fortuna è stato così.

Chi ha letto “Le confessioni di un italiano” di Ippolito Nievo?
Un libro straordinario.
Eppure… alzi la mano chi ne ha sentito parlare?
Pochi, letto pochissimi.
Perché?
Perché c’è la protagonista (La Pisana) troppo emancipata.
Eppure, a mio modesto parere, è uno dei più grandi personaggi femminili della nostra letteratura.
Accidenti.
Non ho parlato del secondo libro importante della mia vita.
Va beh, lo farò nei prossimi giorni.
Anticipo che è: “Poesie e canzoni” di Bertolt Brecht.

di Gianni ZANIRATO