Tra un giorno sarà, ancora e sempre, 25 Aprile.
Sempre perché è un giorno speciale, a ricordo di chi ha lottato e spesso lasciato la vita per ideali altissimi: giustizia e libertà.
Desidero, a questo proposito, parlare di un uomo, Bigaglia Vittorio, nato a Venezia nel 1897.
Trasferitosi a Torino negli Anni Venti, andò a lavorare alla Fiat, reparto acciaierie, come operaio specializzato.
Stimato e benvoluto da compagni e superiori, aveva però un grosso difetto: era di idee progressiste ed era addirittura iscritto al Partito Comunista.
Anche se il suo credo politico non interferì mai nella sua attività lavorativa, il 6 Aprile 1943 venne arrestato sul posto di lavoro dalla milizia speciale della Fiat medesima.
Condotto in caserma, venne interrogato sulla sua attività politica.
Non avendo nulla di interessante da “confessare”, se non il suo credo ideologico, venne ripetutamente picchiato!
Trattenuto in arresto, morì dopo quattro mesi, in conseguenza delle percosse e delle lesioni procurate.
Lasciò quattro figli, dai 19 ai 13 anni.
Il figlio Luciano, pochi mesi dopo l’assassinio del padre, entrò a far parte della Brigata Garibaldina “Tre confini” (della Brigata Matteotti), dove rimase fino alla Liberazione.
Di Vittorio Bigaglia ora resta una lapide nel Campo della Gloria al Cimitero Monumentale di Torino.
Nello scrivere queste righe, non riesco a non pensare a quei politici cialtroni (e ai loro tanti sostenitori) che vorrebbero cancellare il 25 Aprile e i simboli partigiani come Bella Ciao, trincerandosi dietro affermazioni come: “I morti sono tutti uguali! “Vero, i morti sono tutti uguali, dopo; ma la differenza sta negli ideali per cui hanno sacrificato la propria vita, e qui le diversità sono abissali!
Ho scritto anche per un altro motivo: Vittorio Bigaglia era mio nonno.
di Fulvio ZAMPEDRI
Grazie Fulvio e Aura per questa importante ed emozionante testimonianza. NOI RICORDEREMO
Bravo Fulvio sono Vittorio tuo cugino.
Porto il nome di nostro nonno e come lui ho gli stessi ideali….DEMOCRAZIA E LIBERTÀ.
Un rammarico c’è, ed è quello che non siamo riusciti a viverlo…..peccato…..
Grazie. Il grande Ugo Foscolo diceva che si muore veramente quando viene persa la memoria. Lascia ai tuoi figli il dovere di raccontare ai tuoi nipoti chi era suo tris o no.
Grazie del ricordo. Gianni Zanirato
Grazie Fulvio, per le tue parole e il tuo ricordo.
Il 25 aprile è sopratttutto una data per RICORDARE e se oggi tanti cialtroni hanno la libertà di dire e scrivere ciò che pensano è grazie a tutti coloro che lottarono affinchè l’Italia fosse un paese libero.
ORA E SEMPRE RESISTENZA.
Marinella
Grazie Fulvio per questa testimonianza. Tuo nonno sarebbe fiero di te perché hai sempre dimostrato, nella tua vita, di onorare gli ideali per cui lui è morto!
Grazie Fulvio per aver ricordato chi ci ha insegnato a resistere. speriamo di trasmettere anche noi gli stessi ideali ai nostri nipoti affinché a nessun politico venga mai in mente di abolire il 25 aprile.
Ornella e Felice
Bravo Fulvio sono Vittorio tuo cugino.
Porto il nome di nostro nonno e come lui ho gli stessi ideali….DEMOCRAZIA E LIBERTÀ.
Un rammarico c’è, ed è quello che non siamo riusciti a viverlo…..peccato…..
Fulvio che emozione. Vittorio era il fratello di mia nonna Pina da Venezia e mia mamma Clara mi ha sempre raccontato ogni anno la storia sfortunata di questo nostro parente. Oggi più che mai mi sono commossa.