Nonostante la tv nazionale abbia passato questo sciopero in sordina, nei campi di Borgo Mezzanone, Gioia Tauro e altri, i braccianti hanno incrociato le braccia e si sono fermati per l’intera giornata del 21 maggio.
Hanno incrociato quelle braccia che sono le uniche cose che sono state regolarizzate dal Decreto Rilancio.

Si auspicava ad una regolarizzazione degli esseri umani, ma questo governo, con una cinica ottica utilitaristica, preferisce salvaguardare più un ortaggio che una vita umana.
Ha anteposto l’importanza della merce agricola alla dignità degli esseri umani che la raccolgono, emanando una regolarizzazione temporanea e subordinata all’utilizzo delle braccia dei migranti in determinati settori lavorativi, oltre che al contratto di lavoro, e mantenendo quindi di fatto i lavoratori e le lavoratrici sotto ricatto.
Ma questo sciopero non è solo per i braccianti di origine straniera, ma per i braccianti tutti, schiacciati con violenza, sfruttati dalle logiche consumistiche e capitalistiche della Grande Distribuzione Organizzata.
Ciò di cui si avrebbe davvero bisogno è di una revisione politica ed economica della filiera agricola, facendo si che sia fondata sulla dignità e l’equità dei salari.
La politica contrasterà davvero il caporalato e lo sfruttamento in agricoltura se e solo se avrà l’audacia di rivedere i pieni poteri della GDO.

La situazione Coronavirus ha semplicemente esacerbato un malessere già esistente, vessando ancora di più i pochi braccianti rimasti nel periodo del lockdown e chiudendo la piccola distribuzione a filiera corta a favore di quella agroindustriale.
Inoltre questa sanatoria esclude dai giochi tanti altri lavoratori che non rientrano nelle poche categorie elencate: escluderà dall’emersione tanti lavoratori dell’edilizia, dei supermercati, dell’artigianato, della ristorazione, della logistica, che non potranno fare richiesta.
Anche tutti noi possiamo sostenere la causa evitando di comprare prodotti nella grande distribuzione, fermando gli acquisti per una giornata.
È importante che ciascuno di noi dia nel suo piccolo un contributo.
Non vanno regolarizzate le braccia, ma gli esseri umani.

Articolo su Facebook di
Soumalia Diawara
La Redazione di piazzadivittorio