La donna, 42 anni, chiedeva un processo equo. Reazioni di sdegno in tutto il mondo. La Commissione Europea: «Le autorità turche affrontino le carenze del sistema giudiziario»
«Ebru Timtik è immortale» gridava venerdì la folla radunatasi davanti al Consiglio di medicina legale di Istanbul per assistere all’uscita della bara dell’avvocata che ha pagato con la vita la sua richiesta di un processo equo.
I gas lacrimogeni sparati immediatamente dalla polizia non aiutano a svelenire il clima in Turchia dopo il quarto decesso per digiuno di persone sotto accusa nel processo per appartenenza al DHKP-C, un gruppo che ha commesso diversi attacchi ed è definito «terrorista» da Ankara e dai suoi alleati occidentali.
Come Helin Bölek e Ibrahim Gökçek, i due musicisti della band Grup Yorum morti la scorsa primavera, anche Ebru, 42 anni, si dichiarava innocente e per dimostrarlo aveva iniziato uno «sciopero della fame alla morte» dopo che era stata condannata a 13 anni di reclusione per «appartenenza a un’organizzazione criminale».
Da 238 giorni Timtik consumava solo acqua zuccherata, tisane e vitamine, al momento del decesso, giovedì, pesava 30 kg.
Non mangiava perché voleva un processo equo, una protesta cui si era unito anche il collega Aytac Unsal.
Entrambi facevano parte dell’Associazione contemporanea degli avvocati, un gruppo specializzato nella difesa di casi politicamente delicati.
La mancata scarcerazione

Le sue condizioni di salute erano peggiorate nelle ultime settimane tanto che era stata presentata una richiesta di scarcerazione, corredata da un referto medico, respinta il mese scorso da un tribunale di Istanbul e poi, ad agosto, dalla Corte costituzionale.
I due avvocati sono stati invece trasferiti in due diversi ospedali.
Anche Unsal versa in gravi condizioni.
A dare notizia della sua morte è stato il suo studio legale.
«Ebru Timtik, socia del nostro studio, è morta da martire», si leggeva venerdì sera in un tweet.
Le reazioni alla morte dell’avvocata sono state subito numerose in patria e all’estero.
Centinaia di persone si sono radunate per renderle omaggio nel cimitero di Gazi dove è stata sepolta ma in tanti hanno voluto salutarla anche davanti al foro i di Istanbul: «Questo decesso è un’onta per la storia della giustizia turca» ha dichiarato l’associazione degli avvocati della megalopoli in un comunicato.
Il sit-in è stato duramente represso dalla polizia in assetto antisommossa che ha sparato gas lacrimogeni e proiettili di gomma contro i presenti.
I legali lamentano processi non giusti nè imparziali: giudici che vengono rimpiazzati se si esprimono per la scarcerazione, verdetti annunciati prima che la difesa abbia potuto prendere la parola.
Dura anche la reazione dell’opposizione.
«Ebru Timtik è stata fatta morire sotto i nostri occhi», ha twittato Sezgin Tanrikulu, deputato del Chp, il partito secolarista che si oppone al presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
«L’abbiamo persa a causa della coscienza cieca della giustizia e della politica. Il suo unico desiderio era di avere un processo equo e onesto», ha aggiunto.
La condanna della Ue
Il decesso ha colpito anche l’Unione Europea.
«Siamo profondamente rattristati per la morte di Ebru Timtik che ha fatto lo sciopero della fame per avere un processo giusto. Questo esito tragico illustra dolorosamente la necessità urgente che le autorità turche affrontino in modo credibile la situazione nel Paese per quanto riguarda i diritti umani e le serie carenze osservate nel sistema giudiziario» ha detto il portavoce della Commissione Europea per gli affari esteri Peter Stano, durante il briefing on line con la stampa a Bruxelles. «Una difesa forte e indipendente e un collegio giudicante indipendente – ha aggiunto Stano – sono un principio cardine di un sistema giudiziario equo, che rispetti lo Stato di diritto e che protegga i diritti umani nel Paese».
Le associazioni forensi nel mondo
In molte parti del mondo le associazioni degli avvocati hanno voluto manifestare la loro solidarietà alla famiglia di Timtik ma anche a tutti i colleghi turchi costretti a lavorare in condizioni proibitive .
In Italia il Consiglio nazionale forense, in una nota, ha dichiarato che «continuerà, in sinergia con il Consiglio degli ordini forensi europei (Ccbe) e con l’Osservatorio internazionale avvocati in pericolo (Oiad), la propria azione di denuncia e di sostegno ai colleghi che si battono per il libero esercizio della professione di avvocato, compromesso anche dalla recente riforma degli ordini professionali in Turchia, e chiede alle autorità turche il rispetto dei diritti della difesa, inibiti e reiteratamente violati nei processi in cui sono stati coinvolti i colleghi».
Il processo simbolo
Tra i casi di cui si è occupata Ebru Timtik c’è quello di Berkin Elvan, un adolescente morto nel 2014 per le ferite riportate durante le proteste antigovernative a Gezi Park nel 2013.
Arrestata nel settembre 2018, è stata condannata nel 2019 a 13 anni e 6 mesi di prigione e rinchiusa nel carcere di Silivri, nei pressi di Istanbul.
I precedenti
Timtik è la quarta persona a morire quest’anno in seguito al digiuno alla morte.
Il 3 aprile se ne è andata Helin Bölek, solista di Grup Yorum, dopo 288 giorni senza cibo.
Il 7 maggio l’ha seguita il bassista della band Ibrahim Gökçek dopo 11 mesi di sciopero della fame.
Il 24 aprile la stessa sorte è toccata all’attivista Mustafa Koçak che non mangiava da 296 giorni.
La redazione di piazzadivittorio.it,
indignata per questa assurda storia, condanna con fermezza l’accaduto e ricorda che in Italia abbiamo anche degli ammiratori del criminale Erdogan.
La nostra solidarietà alla famiglia della vittima e la nostra condanna più ferma verso questi atti indegni in uno stato democratico ma normali in troppi paesi nel mondo.
Attendo che un politico italiano, che ha già dichiarato un nuovo Rinascimento per lo stato arabo, che dichiari un nuovo Rinascimento in Turchia.
Timtik é stata uccisa perché DEMOCRATICA e perché DONNA.
Gianni ZANIRATO