SOTT’ACQUA

scendo in acqua per fare una puntata sotto di qualche metro come faccio da qualche giorno.

Improvvisamente mi accorgo che sepolto sul  fondo c’è qualcosa che rialza la sabbia. Scendo a guardare e vedo un filo di nailon semisepolto.

Scendo a circa 4/5 mt e lo tocco per sincerarmi. Comincio a tirare e mi ritrovo tra le mani un vecchio filo da canna da pesca, tiro per capire quanto fosse lungo e non finiva mai.

Al primo strappo si rompe ma riesco a recuperare una ventina di metri di filo.

Torno indietro così per 3 volte avrò recuperato almeno 50 metri di filo compreso galleggiante e piombo.

Poi, ancora in acqua, mi metto a rflettere >> forse non è stato un caso che mi trovassi li<<  allora ti viene in mente che il mare è quella parte di noi che ti tiene in vita.

La poseidonia a 6/7 mt di profondità è quella che ti da l’ossigeno e che noi riempiamo di pastica.

Ho approfittato della opportunità ed ho cominciato a ripescare, un tuffo dietro l’altro, plastica dal fondale, poca forse, ma  sono uscito dall’acqua felice.

Ho fatto quello che andava fatto.

Ma se lo faccio io perché non possiamo farlo tutti?

Questo mondo è l’unico che abbiamo, forse ricordarselo anche sott’acqua ci farà guadagnare il nostro rispetto.

di PAOLO CAPATTI

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