“MASTRO” ANGELO MORTO IN CANTIERE A CINISI: ANCORA SUI PONTEGGI A 67 ANNI PER LAVORARE

Giammanco è precipitato da un’impalcatura, lascia moglie e figli.

Nell’edilizia l’alternanza tra “nero” e pochi contratti regolari rende la pensione una chimera.

Repubblica dedica uno spazio fisso alle morti sul lavoro. Una Spoon River che racconta le vite di ciascuna vittima, evitando che si trasformino in banali dati statistici. Vite invisibili e dimenticate. Nel nostro Paese una media di oltre due lavoratori al giorno non fa ritorno a casa e “Morire di lavoro” vuole essere un memento ininterrotto rivolto a istituzioni e politica fino a quando avrà termine questo “crimine di pace”.

Che Paese è quello dove un operaio a 67 anni deve ancora arrampicarsi sui ponteggi di un cantiere? Dove una figlia, la voce rotta dalla commozione, deve augurarsi che nessun’altra famiglia soffra mai il dolore straziante della perdita di un padre caduto sul lavoro? “Condoglianze. Ho lavorato da piccolo con mastro Angelo. Un grande uomo”, scrive Salvatore sui social. Angelo Giammanco è precipitato da un edificio in ristrutturazione a Cinisi (Palermo). “Una vita di lavoro per lo più in nero”, raccontano i familiari. Quel sommerso che alternato a saltuari contratti regolari, soprattutto nell’edilizia trasforma la pensone in una chimera. I sindacati da anni chiedono vanamente la riforma della previdenza per i lavoratori edili, intanto Angelo e gli altri come lui ogni mattina salgono sulle impalcature.

“Ciao Angelo, abbiamo avuto il piacere di conoscerti come persona – scrive sempre sui social Rosa -. Hai lavorato per diversi anni con mio marito: eravate una coppia vincente. Voglio ricordarti con il tuo viso sempre sorridente”. Ecco Salvo: “Voglio salutarti e ricordarti caro mastro Angelo, per sottolineare la nobiltà del tuo animo, la grande educazione nel porgerti alla gente. Mi hai emozionato e commosso, adesso riposa in pace amico caro. Mancherai veramente alla tua comunità”. Mastro Angelo. Mastro: quel ‘titolo’ che racconta esperienza, capacità, generosità. Giammanco era di Terrasini, dove lascia la moglie Caterina e i figli Maria Concetta e Salvo. “Chi deve pagare paghi -dice Maria Concetta alla Tg Rai locale – e spero che tutto questo porti a qualcosa di buono”. Qualcosa di buono in un Paese dove un operaio a quasi settanta anni sale ancora sui ponteggi.

Le vittime del lavoro nel 2021

Dati regione per regione, aggiornati mensilmente, delle denunce totali all’Inail per infortuni sul lavoro e di quelle per morti sul lavoro538 è il numero totale delle vittime
266.804 il totale delle denunce per infortunio sul lavoro
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(Gennaio-Giugno 2021)

COMMENTO:

Basta con i morti sul lavoro!

Una repubblica democratica FONDATA SUL LAVORO non può accettare questo.

Controlli severi da parte degli enti preposti!

Pene più severe.

Il datore di lavoro che non rispetta tutte le regole di sicurezza deve essere considerato un assassino senza se e senza ma!!!

Gianni ZANIRATO

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