FABIO FAZIO LASCIA LA RAI: LA NUOVA CASA SARA’ DISCOVERY: “NON TUTTI SONO ADATTI PER TUTTE LE NARRAZIONI”. CON LUI ANCHE LUCIANA LITTIZZETTO

Contratto non rinnovato: cade la prima testa della rivoluzione a Viale Mazzini voluta da Meloni.

Quarant’anni in Rai, incontri eccezionali e programmi che hanno fatto la storia della tv.

Gli oltre 100 attacchi da parte di Salvini.

“L’atteggiamento della politica nei miei confronti non è stato irrilevante”.

Sarà legato a Discovery per quattro anni, porterà tutto il suo gruppo.

Non è facile chiudere un lungo capitolo della propria vita: Fabio Fazio lascia la Rai, la nuova casa sarà Discovery a cui sarà legato con un accordo quadriennale.

Il futuro è sul Nove; con lui Luciana Littizzetto e il gruppo di lavoro.

Il conduttore ha aspettato, a Viale Mazzini non gli hanno rinnovato il contratto, ma la voce non tradisce emozioni: “E’ andata così”.

Nessun commento, solo i ringraziamenti per l’azienda dov’è cresciuto.

In collegamento col Tg3 spiega: “Il mio lavoro continuerà altrove, d’altronde non tutti i protagonisti sono adatti per tutte le narrazioni, me ne sono reso conto, e quindi continuo a fare serenamente altrove il mio lavoro, quello che ho sempre fatto in questi quarant’anni. Vorrei esprimere anche in questa occasione gratitudine nei confronti di tutte le persone con cui ho lavorato per tutta la vita in Rai, conserverò solo un ricordo meraviglioso”.

“Siamo entusiasti di accogliere un fuoriclasse come Fabio Fazio – commenta Alessandro Araimo, GM Italy & Iberia di Warner Bros. Discovery – e orgogliosi che uno dei volti più rilevanti e influenti della televisione italiana abbia scelto Warner Bros. Discovery e il canale Nove per proseguire la sua straordinaria carriera. Il nostro impegno è da sempre quello di attrarre i migliori talenti e l’arrivo di Fabio e Luciana nel nostro gruppo è la miglior conferma possibile.

Un lungo addio annunciato quello dalla Rai, con il nuovo governo che sta cambiando tutto a Viale Mazzini, e che lo aveva messo nel mirino. Anche se qualcuno ipotizza che dietro il mancato accordo ci possa essere lo zampino di Matteo Salvini, che non ha mai nascosto la sua antipatia per Fazio.

Nel 2020 il conduttore si era sfogato: “Da lui ho subito 123 attacchi”.

Nei comizi, l’allora ministro dell’Interno non perdeva occasione per tirarlo in ballo.

Comunque sia andata, quel contratto, pronto, non è stato firmato dall’ormai ex ad della Rai Carlo Fuortes.

“L’atteggiamento della politica nei miei confronti non è stato irrilevante” aveva spiegato in un’intervista a Repubblica tre anni fa, in occasione del ritorno a Rai 3, “ma ho la fortuna di fare un mestiere che si rivolge al pubblico, conta la stima delle persone. È il trentottesimo anno di Rai, contano la sostanza e la maturità”. 

Nato a Savona, classe 1964, Fazio inizia con le imitazioni.

Ama la televisione, è curioso, determinatissimo, ambizione e impegno costante.

Col suo gruppo di lavoro innova.

“Venivo da Savona, Roma era irraggiungibile dal punto di vista culturale” aveva raccontato.

“Era come andare all’estero. Ci ho messo tanto impegno ma ho avuto tanta fortuna a fare quegli incontri. Salce mi dava meravigliosi passaggi in macchina per l’aeroporto, non avevo i soldi. Mai capito perché la Rai non rimborsasse i taxi. La tv era un foglio bianco nell’ora di disegno dei bambini, avevi tutti i colori e inventavi”.

Gli incontri fondamentali a Rai 3: il professor Rossini, poi l’arrivo di Angelo Guglielmi che rivitalizza la Terza rete, dove Fazio era arrivato grazie a Mario Colangeli.

Bruno Voglino, grande talent scout, è il suo mentore, uno dei padri del varietà con Guido Sacerdote e Antonello Falqui.

“Racconto come se fossi un marziano quando ero in radio a Black out (1982) con Sacerdote, Luciano Salce, Enrico Vaime, Simona Marchini.

Grazie a loro ho fatto un master di gusto e linguaggio”.

https://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/liliana-segre-a-che-tempo-che-fa-il-nuovo-governo-non-ho-pregiudizi-saro-spettatrice-serena/430197/431152

L’amore per la televisione e per il servizio pubblico lo aveva spiegato bene in quella lunga chiacchierata nell’estate del 2020: “No non dico mai ‘Rai’. Per me non è un’azienda, la Rai è parte della mia genetica. Ricordo la prima volta che ho visto Gianni Boncompagni a Via Teulada, il cuore che batteva quando ho incontrato Renzo Arbore. Lavoravo con Loretta Goggi e la Carrà e i miei amici mi chiedevano di portare gli autografi. Una storia meravigliosa; averla vissuta da professionista, e per buonissima parte da pubblico, è un privilegio”.

Poi il rapporto si incrina: le polemiche sui compensi, la politica.

“La Rai è la somma dei dirigenti con cui lavori, degli artisti. Se fai un giochino non succede niente, se sei bersaglio del ministro dell’Interno il ruolo diventa un altro. Per mia fortuna ricordo le persone che mi hanno insegnato tanto: Dulbecco, Pavarotti, Morricone, Camilleri. Non dimenticherò mai il pranzo a Sanremo con Giulietto Chiesa, l’ex dirigente della Rai Mario Maffucci, Gorbaciov e la signora Raissa”.

Anno dopo anno, da Quelli che il calcio a Anima mia, al Festival di Sanremo, alla collaborazione di Roberto Saviano, alla serata evento per la Giornata della Memoria con la senatrice Liliana Segre, Fazio porta la sua idea di televisione.

Poi Che tempo che fa, che la nuova dirigenza avrebbe voluto stravolgere: solo spettacolo, basta ospiti politici, basta discussione sull’attualità.

Impossibile fare un passo indietro, “a quasi 59 anni la mia strada l’ho percorsa” diceva tempo fa.

Fiero degli incontri, quello all’Eliseo con il presidente Macron, e poi l’intervista a papa Francesco.

https://video.repubblica.it/cronaca/papa-francesco-si-racconta-a-fabio-fazio-da-piccolo-volevo-fare-il-macellaio/407582/408292

Difficile fare solo per spettacolo, per chi, nello spazio dedicato ai giornalisti, a Che tempo che fa, il suo talk domenicale su Rai 3 con ascolti sempre in crescita, si confrontava su quello che succede in Italia.

L’immigrazione, la guerra, le scelte della politica.

A gennaio, alla vigilia della preparazione di Binario 21, aveva raccontato come fosse soddisfatto del suo lavoro in televisione, le nuove energie spese anche come imprenditore, per la fabbrica di cioccolata Lavoratti di Varazze, che aveva rilevato con Davide Petrini.

Aveva messo in fila i programmi che hanno segnato la sua carriera e la sua crescita: “Quelli che il calcio è stato la svolta della mia vita. Il primo Festival di Sanremo, nel 1999, per quanto prescritto, è un’emozione irripetibile. Poi la serata dedicata a Falcone e Borsellino, così come quella per celebrare il 25 aprile». Però a Viale Mazzini le hanno fatto anche la guerra. “Evidentemente era impensabile che stessi su Rai 1. Era cambiato il direttore generale, prevalse l’obbedienza. Acqua passata, fa parte della vita. Adesso sono tornato all’origine, sto benissimo”.

A ottobre avrebbe festeggiato i 40 anni di Rai.

La collaborazione si interrompe bruscamente.

Si apre un nuovo capitolo, sul Nove, dove porterà tutto il suo gruppo, da Luciana Littizzetto in giù.

Un nuovo inizio.

A proposito del contratto in scadenza di Fazio, la Rai in serata ha precisato con una nota che il cda non ha permesso all’amministratore delegato Carlo Fuortes di decidere sui piani autunnali: “Nella seduta del 3 marzo scorso – scrive l’azienda – il Consiglio di amministrazione ha limitato l’approvazione dei Piani di produzione e trasmissione solo fino al 31 agosto 2023. Con questa decisione il Consiglio non ha consentito all’Amministratore delegato di procedere alla stipula di contratti e approvazioni di schede relative ai Piani autunnali”.

Ma a Viale Mazzini sul mancato rinnovo del contratto a Fazio è guerra interna, arriva la contro replica del Cda.

“La presidente Marinella Soldi e i consiglieri di Amministrazione della Rai” si legge nella nota “prendono atto del  comunicato emesso dall’Amministratore Delegato dimissionario Carlo Fuortes in merito alla programmazione autunnale.

Fermo restando che nella seduta del 3 marzo i piani di Produzione e Trasmissione  sono stati approvati a maggioranza dal Consiglio di Amministrazione Rai fino al 31 agosto, ciò è avvenuto su proposta dell’ amministratore delegato stesso.

L’approvazione dei Piani di Produzione e Trasmissione ha valenza procedurale e non limita le responsabilità e possibilità dell’Amministratore delegato nella cura dell’attività di gestione di programmi delle stagioni a venire.

Nessuna proposta su contratti di programmi di rilevanza strategica o di particolare valore – come quello di Fabio Fazio – è stata portata all’attenzione del Cda, in questi ultimi mesi”.

COMMENTO:
Fabio Fazio è un conduttore che sempre ho apprezzato.

Mi ha fatto sorridere e pensare.

È stato importantissimo nella diffusione della cultura.

Un modo nuovo per affrontare anche i problemi più importanti.

Si ride ma si pensa.

Dava fastidio a coloro che vogliono pensare e vedere solo ciò che interessa loro.

Fazio ci ha presentato uno spettacolo mai volgare, uno spettacolo che ci faceva pensare e ragionare.

Ecco la nuova offerta della destra al potere: più spazio ai propri amici e ragionare il meno possibile!!!

IO NON SONO D’ACCORDO ad una TV di Stato dove le notizie debbano essere filtrate dai politici di turno.

Gianni ZANIRATO

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